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Il presidente dell’associazione dei Comuni, Piero Fassino, chiede al governo di "fare rapidamente chiarezza perché non si può abusare della pazienza dei cittadini". Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, parla di una "follia" che porterebbe allo "scontro istituzionale".

E  il suo collega di Pescara, Luigi Albore Mascia, annuncia "un’azione legale contro lo Stato".  Lo scontro è sul decreto che ha appena cancellato la seconda rata dell’Imu sull’abitazione principale.

Secondo la Cgia, l’associazione degli artigiani di Mestre, la coda dell’Imu 2013 potrebbe costare fino ad un massimo oscillante fra i 71 e 104 euro.

A sorpresa si è scoperto che i cittadini dei comuni che hanno alzato l’aliquota base fissata al 4 per mille (si può arrivare al 6 per mille) dovranno pagare metà dell’aumento. Dice infatti il testo che il governo compenserà questi Comuni solo del 50% della differenza. Sono 873 al momento i municipi dove resterà un residuo dell’imposta sulla prima casa.