
L’operazione ha consentito il recupero di oltre un milione di euro tra diritti di confine e Iva. Il meccanismo fraudolento, attivato mediante la falsa ‘dichiarazione di specie’ dei prodotti, prevedeva anche la creazione di ditte individuali fittizie, intestate a soggetti cinesi compiacenti fatti entrare appositamente in Italia, e subito dopo rinviati in Cina. Due le persone denunciate – una cittadina di origine cinese, legale rappresentante della societa’ effettiva destinataria delle spedizioni in argomento, un suo connazionale ritenuto essere il vero ideatore della frode – con l’accusa di contrabbando pluriaggravato, falso ideologico, soppressione di scritture contabili ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.
IL COMMENTO
Dai dazi di Trump al voto per Genova, quando il mondo va alla rovescia
"Ti ricordi Bilancia?" 17 vittime scelte per odio e per caso