
ORE 17:45 - Neppure davanti al magistrato Bartolomeo Gagliano riusciva a fermare la sua violenza: il 10 maggio del 2005 nella casa circondariale di Savona, sotto interrogatorio davanti al pubblico ministero Alberto Landolfi, oggi pm del gruppo criminalità organizzata di Genova, perse la testa e distrusse la saletta colloqui. Scrive più tardi lo stesso pm nell'avviso di conclusioni indagini con cui viene indagato per danneggiamento aggravato: "Afferrando all'improvviso un attaccapanni che scagliava contro la vetrina di un armadio deteriorava beni destinati ad uso pubblico e destinati a pubblico servizio".
ORE 17:20 - La Procura della Repubblica ha aperto un fascicolo per sequestro di persona, rapina, porto abusivo di arma da fuoco e evasione in merito alla fuga di Bartolomeo Gagliano. Del caso si occupa il gruppo criminalità organizzata diretto dal procuratore aggiunto Vincenzo Scolastico. Il fascicolo è stato affidato al pubblico ministero Alberto Landolfi, che già in passato aveva arrestato lo stesso Gagliano.
ORE 16:15 - Il direttore della casa circondariale di Marassi Salvatore Mazzeo, ai microfoni di Primocanale, ha lanciato a Gagliano l'appello di "costituirsi il prima possibile alle forze dell'ordine"
ORE 15.55 - "A noi risulta solo che è stato incarcerato il 16 agosto del 2006 per i reati di furti e rapina" Salvatore Mazzeo, direttore del carcere di Marassi, interviene telefonicamente a Primocanale e svela le ragioni dei permessi premio che sono stati concessi a Gagliano: "Per noi, per il nostro fascicolo, non è un serial killer, in questi anni di carcere si è sempre comportato bene, nonostante i noti problemi psicologici. Quello di oggi era il suo secondo permesso per andare a trovare sua madre a Savona, dopo quello di novembre".
"Era già programmato un terzo permesso per una visita specialistica in un reparto di salute mentale - ha aggiunto Mazzeo - Al detenuto rimaneva ancora un anno di carcere. E quella di scappare è una scelta sciocca, perché ora potranno aggiungergli altri anni di detenzione. La decisione di un permesso speciale di uscita è frutto di lunghe e attente valutazioni di un team di medici e psichiatri. E' comunque un rischio professionale permesso dalla legge. Per noi non era un soggetto a rischio".
ORE 15:45 - A Genova e nelle principali arterie della Liguria sono stati istituiti posti di blocco interforze. Secoondo una nota diramata dal Commissariato di Cornigliano, Gagliano è fuggito su una Fiat Panda di colore chiaro. Le forze dell'ordine considerano il malvivente "molto pericoloso"
ORE 15:30 - "Non ce lo aspettavamo, negli ultimi tempi il suo atteggiamento era molto migliorato. E' una decisione che ci ha stupiti". Così Salvatore Mazzeo, direttore del carcere genovese di Marassi, commenta la fuga di Bartolomeo Gagliano. Per lui era il terzo permesso premio e lo aveva ottenuto per motivi familiari: doveva andare a trovare la madre a Savona. Gagliano deve scontare un fine pena residuo di un anno per rapine varie. Negli ultimi tre anni, spiegano fonti penitenziarie, aveva tenuto una condotta esemplare tanto che la direzione del carcere di Marassi aveva pensato di inserirlo in uno dei progetti lavorativi.
Durante il viaggio il rapinatore ha confidato di aver bisogno di un passaggio fino a Genova per far rientro al carcere di Marassi entro le 9. Una volta a Genova, però, Gagliano è sceso in via De Marini e si è allontanato alla guida dell’auto.
Bartolomeo Gagliano è in carcere per tre omicidi avvenuti negli anni ottanta, quando uccise due prostitute e un transessuale.
L'uomo con ogni probabilità ha deciso all'ultimo momento di non rientrare nella casa circondariale dopo il permesso premio. Ne sono convinti gli inquirenti che indagano sulla vicenda. Galliano, infatti, ieri pomeriggio si è recato al dipartimento di salute mentale di Genova dove era seguito da tempo. La visita era già stata programmata, visto che l'uomo è anche stato dichiarato seminfermo di mente. Dopo è andato a trovare la madre a Savona. All'inizio della detenzione il serial killer aveva dato seri problemi: cercava sempre la rissa, era violento e conflittuale con gli altri detenuti e le guardie penitenziarie. Negli ultimi tre anni, invece, si era calmato e aveva tenuto una condotta regolare.
IL COMMENTO
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