cronaca

1 minuto e 53 secondi di lettura
Ora le ricerche di Bartolomeo Gagliano, il serial killer evaso martedì mattina mentre godeva di un permesso dal carcere di Marassi di Genova, sono in corso con particolare attenzione in Francia. Alcuni video immortalano il passaggio della Panda verde a bordo della quale Gagliano si sarebbe allontanato da Savona.


Ma a Primocanale una donna segnala di aver visto Gagliano a bordo di un'auto bianca, mercoledì pomeriggio ad Andora. E ha presentato denuncia ai carabinieri.


Secondo gli inquirenti l'uomo potrebbe colpire a breve, probabilmente con una rapina di auto-finanziamento.


LA POLIZIA AVVERTE: "LA PISTOLA E' VERA" - La pistola che Bartolomeo Gagliano ha utilizzato per 'convincere' il panettiere savonese a dargli un passaggio da Savona a Genova probabilmente è vera. Ne sono convinti gli inquirenti dopo la descrizione che il panettiere Maurizio Revelli ha fatto dell'arma. Revelli, sentito ieri dal pm Alberto Landolfi come persona informata dei fatti, ha detto che Gagliano gli ha "mostrato la pistola per convincermi a farlo salire in auto". La pistola era una semiautomatica "simile a quella della polizia" che usa una Beretta 9x21 bifilare "ma più piccola", probabilmente una 7,65 acquistata al mercato nero durante uno dei suoi permessi premio. Gli inquirenti si dicono convinti che Gagliano avesse "organizzato la fuga" e che durante il permesso ottenuto per badare alla madre ultranovantenne si sia procurato l'arma e abbia preparato quelle tre grandi borse che ha preso dall'androne della casa della madre" dove "si è fatto portare dal panettiere prima di arrivare a Genova".


A PRIMOCANALE PARLA IL FRATELLO . "Mi ha detto che non gli davano il permesso per le vacanze di Natale e l'ho visto molto contrariato".


Così ieri Natale Gagliano, il fratello di Bartolomeo. Questo potrebbe essere il motivo della fuga di Gagliano.


Questa patologia, hanno sottolineato i giudici della Sorveglianza, aveva portato il tribunale a assolvere Gagliano dall'imputazione di omicidio per manifesta incapacità di intendere e di volere e, dopo averlo collocato in un ospedale psichiatrico giudiziario, trasferirlo in seguito in una casa lavoro. Dal 2010 Gagliano aveva sospeso la terapia farmacologica e secondo le relazioni psichiatriche depositate presso il tribunale di sorveglianza aveva "compensato la patologia, era risultato lucido, collaborativo, tranquillo".