
Per risolvere questo problema, oggi la ricerca offre una risposta: un test genomico personale sul tumore che, studiando l'attività biologica dei geni specifici, è in grado di identificare quelli a bassa probabilità di dare recidive, e quindi trattabili con la sola terapia ormonale, evitando gli effetti collaterali di una chemioterapia.
«Il tumore del seno costituisce il 30% di tutte le neoplasie femminili – spiega Paolo Pronzato, direttore della Divisone di Oncologia Medica dell’Istituto Nazionale Tumori di Genova – rappresentando la neoplasia più frequentemente diagnosticata tra le donne, con 40 mila nuovi casi ogni anno di cui oltre 1.200 In Liguria e circa 400 solo a Genova. Pur con numeri ancora così elevati, l’aspetto positivo è che sono in costante aumento i casi di tumori scoperti in fase iniziale, grazie agli strumenti di diagnosi precoce. Condizione, questa, che consente un approccio chirurgico conservativo, seguito da una terapia complementare postoperatoria (la cosiddetta terapia adiuvante), utile a ridurre il rischio di recidive la quale, a seconda dei casi, può essere di tipo ormonale o chemioterapico».
IL COMMENTO
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