economia

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Il consiglio di amministrazione della Rai sta valutando l'opportunità di impugnare il decreto col quale il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, ha stabilito che il canone Rai per il 2014 dovesse rimane a quota 113,50 euro. Ovvero senza alcun aumento, neanche l' adeguamento inflattivo di 1,5 euro, rispetto al canone del 2013.

Dopo 7 anni di aumenti del canone Rai, Zanonato ha stabilito che in "coerenza con l' attuale quadro economico e normativo" l'importo dovesse rimane lo stesso. "La Rai - ha spiegato il ministro - deve fornire prodotti di alta qualità al piu' basso costo possibile per il contribuente". Ma ai piani alti di Viale Mazzini questo blocco non è piaciuto e si citano a esempio le tariffe di altre aziende in concessione, Autostrade per esempio, che sono aumentate con pressing sul presidente Anna Maria Tarantola perché si faccia al più presto un ricorso al Tar del Lazio contro il decreto.

"Ci troveremmo di fronte - si mormora al settimo piano - a una chiara violazione di legge da parte del governo: è obbligatorio l'aumento tariffario in base all' inflazione. Se il board Rai rimanesse in silenzio potrebbe essere accusato di 'procurato danno erariale all' azienda' per non aver posto rimedio a questa mancata entrata che si aggirerà per il 2014 intorno ai 25 milioni di euro". Il dg Luigi Gubitosi starebbe vestendo i panni del pompiere. In queste settimane si sta firmando il nuovo contratto di servizio e aprire un rumoroso contenzioso con il ministro Zanonato non sarebbe un buon viatico.

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