
E' attorno a questi temi che Liguria Civica pone dieci quesiti al governatore ligure Claudio Burlando.
Il movimento fondato in Liguria da Maurizio Rossi chiede una versione più semplice e dettagliata del bilancio e che non sia diviso in due (quello della Giunta e quello del Consiglio). Distinzione che ha provocato un aumento dei costi, spesso senza controllo, specie sulle spese legate all'assemblea ligure.
Vengono poi chiesti chiarimenti sui 52 milioni di euro spesi per oneri su derivati finanziari, sia dal punto di vista delle cifre sia da quello delle condizioni stipulate.
C'e' poi un dato che allarma: la Liguria ha la terza spesa pro-capite più elevata in Italia tra le Regioni a statuto ordinario (oltre 2.340 euro) e Liguria Civica chiede quali siano le cause delle differenze rispetto alle altre regioni che spendono molto meno.
Altre richieste a Burlando sono legate alle spese di gestione e a come si pensa di ridurle, all'impennata dei costi del personale nell'ultimo decennio, e più in generale a come il governatore pensa di tagliare i costi della Regione Liguria (Consiglio Regionale compreso).
Ultimo quesito sulla legge elettorale: Liguria Civica chiede come la Regione affrontera' il dibattito sulla nuova normativa, se lo aprira' alle parti oggi non presenti nell'assemblea, ma che rappresentano i cittadini liguri, oppure se la discussione sara' ristretta a "Consiglieri presenti oggi in Regione che, oltre ad essere in posizioni delicate ed anche in conflitto di interessi a causa delle inchieste" sulle spese pazze e "non sono certo la fotografia dell’attuale pensiero politico dei liguri".
A spiegare il perché dei quesiti a Burlando, dopo una analisi attenta dei dati è il vicepresidente di Liguria Civica, Paolo Ravà:
“Il bilancio della Regione Liguria è sicuramente poco chiaro. Ho cominciato ad analizzare i dati ufficiali pubblicati dalla Regione. Sono emersi una lettura difficoltosa del documento, con dettagli che poco spiegano i contenuti del bilancio stesso. Ma per capire meglio i dati la prima cosa che ho fatto è confrontarli con quelli delle altre regioni italiane.
Da fonti Istat e Corte dei Conti - spiega Ravà - emerge che la Liguria nel 2012 ha una spesa corrente pro capite (2316 euro) molto elevata, soprattutto se comparata con le altre regioni del nord. In confronto con il Veneto, la più performante, ha quasi 300 euro ad abitante in più. Il calcolo stimolante e interessante è che se noi rispiarmassimo quella cifra, il risparmio della regione sarebbe di 450 milioni di euro annui, una cifra importantissima".
"Non soltanto le regioni che hanno molti abitanti riescono a contenere la spesa procapite. Ci sono regioni simili alla nostra come le Marche che spendono meno di noi, regioni più piccole come l’Abruzzo che hanno risultati migliori".
Da dove nascono queste differenze? "L’analisi dettagliata non è facile - spiega il vicepresidente di Liguria Civica - perché si dispone di dati non sufficienti, ci sono però dei dati di grande interesse: nel triennio 2010-2012 la spesa corrente in Liguria è stata ridotta del 6,7%, ma è lontanissima dalle performance di altre regioni: quasi tutti hanno fatto segnare dei forti decrementi, le regioni del nord sono tutte cresciute in modo molto più netto della Liguria.
Altro dato emblematico riguarda il numero di dipendenti per ogni regione e la variazione tra il 2001 e il 2011: la media nazionale è di una riduzione del 20%. La Liguria, non solo è in contro tendenza, ma è anche quella che ha fatto registrare l’incremento maggiore: +12%. Basilicata, Marche, Lombardia, Puglia e Calabria hanno addirittura ridotto il numero di dipendenti del 30%.
IL COMMENTO
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