
I calcoli, fa notare la Cgia, sono stati effettuati a partire dalle rendite medie catastali delle abitazioni di questi Comuni e sono state considerate le abitazioni di tipo civile (categoria catastale A2) e le abitazioni di tipo economico (categoria catastale A3). Gli Artigiani di Mestre ricordano che queste due categorie catastali costituiscono oltre il 70% del totale delle prime abitazioni presenti in Italia, mentre l'entità dell'esborso dipende sia dall'aliquota deliberata sia dalla rendita media presente nel territorio del Comune analizzato. Pertanto, al crescere di queste due variabili aumenta l'aggravio per il contribuente. In tutti i casi analizzati si è tenuto conto solo della detrazione fissa di 200 euro per ciascun immobile. La scadenza, prevista entro il prossimo 24 gennaio, interessa i proprietari di abitazioni principali situati in quei Comuni che hanno deliberato per il 2013 un'aliquota imu superiore all'aliquota base del 4 per mille. Questi contribuenti dovranno versare il 40% della differenza tra l'ammontare dell'imu risultante dall'applicazione della maggiore aliquota imu deliberata dal Comune e quella del 4. Dei 48 Comuni che nel 2013 hanno ritoccato al rialzo l'aliquota base, ben 23 l'hanno portata al valore massimo del 6 per mille. Tra questi troviamo Milano, Siena, Napoli, Caserta, Catania, Ancona, Messina, Perugia, Brescia, Alessandria. "I proprietari- segnala Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia - hanno la percezione, anche a seguito del forte calo del valore economico registrato dagli immobili in questi ultimi anni, che la prima casa non costituisca più quel bene rifugio che da sempre ha caratterizzato la principale modalità di risparmio di moltissime famiglie italiane. Per molti la casa è diventata addirittura un incubo, perché tra Imu, Tasi, Tares e maggiorazioni varie si è chiamati a pagare sempre di più senza avere nulla in cambio".
IL COMMENTO
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