cronaca

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Il ministero dell'Interno indiano ha comunicato alla Procura generale il proprio accordo a che nel caso dell'incidente che coinvolge i fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non sia invocata la pena di morte. Lo scrive l'agenzia di stampa statale Pti.

Il ministero, aggiunge l'agenzia, ha espresso tuttavia l'opinione che nei confronti dei due sia utilizzata comunque la legge per la repressione della pirateria (Sua Act), che nella sua formulazione automaticamente la prevede. La comunicazione, in cui il ministero ammorbidisce relativamente la sua posizione per avvicinarla a quella contraria all'uso del Sua Act (e della pena di morte) degli Esteri e della Giustizia, e' stata fatta ieri durante una riunione dei vertici degli Interni con il procuratore generale G.E. Vahanvati.

Adesso la "patata bollente - osserva la Pti e' nelle mani di Vahanvati, che dovrebbe in tempi brevi formulare la sua opinione sulla questione". Il magistrato dovra' infatti spiegare come poter prescindere da quanto la legge anti pirateria chiaramente sostiene e cioe' che "se una persona causa la morte di un'altra, sara' punita con la morte".