cronaca

1 minuto e 55 secondi di lettura
Hanno preso spunto dal caso del giro di prostituzione-baby scoperto nei mesi scorsi a Roma. Tre studentesse di 14 e 15 anni di Ventimiglia hanno deciso di emulare le giovanissime lucciole della capitale prostituendosi per avere una "paghetta" più ricca.

A denunciarle è stato un trentenne che ha rifiutato il rapporto sessuale dopo averle contattate. Sulla vicenda indaga ora il commissariato di Ventimiglia con il coordinamento del Tribunale dei Minori di Genova. Ci sarebbero già cinque indagati per sfruttamento della prostituzione minorile.

Le tre studentesse, tutte di buona famiglia, si prostituivano attraverso annunci su siti internet dedicati agli incontri. Si 'vendevano' per 30 o 50 euro. Incontravano i clienti che spesso hanno figli dell'età delle baby prostitute, nelle loro auto in luoghi pubblici come i piazzali o zone isolate dell'entroterra.

Quando sono state interrogate in caserma, davanti ai genitori, le ragazzine hanno pianto, pentendosi, e hanno spiegato di non aver piena coscienza di quanto stessero facendo e che tutto era cominciato quasi come un gioco per imitare le ragazze che si prostituivano a Roma.

Interrogate in caserma le tre hanno pianto ed hanno manifestato pentimento e ravvedimento le tre baby prostitute. Le ragazzine sono state ascoltate davanti ai genitori e hanno spiegato di non aver piena coscienza di quanto stessero facendo e che tutto era cominciato quasi come un gioco per imitare le ragazze che si prostituivano a Roma.
I poliziotti, diretti dal vice questore aggiunto, Giuseppe Ruggiero, hanno sequestrato i pc e telefonini cellulari delle ragazze, dai quali hanno ricavato una lista di centinaia di nomi all’interno dei quali sarebbero stati identificati clienti anche di fuori provincia. Gli accertamenti sono in corso e non è escluso che l’inchiesta si estenda ad altre persone.

La polizia ha effettuato altrettante perquisizioni nelle abitazioni dei cinque indagati alla ricerca di materiale pedopornografico. Nell’abitazione di un piemontese, hanno trovato della droga e l’uomo è stato arrestato.
Sono stati sentiti anche i genitori che dopo accertamenti si sono dimostrati ignari ignari dell’attività delle figlie, così come i  compagni di scuola e gli amici delle ragazzine.


Le ragazze inserivano gli annunci, fornendo nomi falsi e non utilizzavano mai i social network, per evitare che si venisse a sapere del giro tra gli amici.