cronaca

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Si apre la porta del reparto. Mamma Lucia avanza, una stretta di mano, ci accoglie con un sorriso e lo sguardo dolce. La piccola Sara sta riposando a pochi metri da noi sotto lo sguardo di papà Marco. "Voleva aspettare che si svegliasse", ci spiega Lucia.

Si toglie la mascherina dal volto ed è pronta a raccontare la sua storia.  

Ospedale San Martino di Genova, centro trapianti di rene, ogni giorno una vita da salvare. Quarto piano.  Sara sta meglio dopo l'intervento, tutto procede bene.  La sua “nuova” vita  nasce dalla tragedia del bimbo soffocato a Roma da un boccone.

Sara non conosce ancora la verità, racconta Lucia: “E’ una bimba molto sensibile, avrebbe reagito male se avesse saputo la verità. Ma un giorno quando starà meglio gli racconterò tutto”.  Ci accomodiamo in una saletta, camice verde e mascherina abbassata.

Ci accompagna la dottoressa Iris Fontana, è lei che ha eseguito il trapianto. Competenza e passione abitano qui, lo staff medico ci mette anche il cuore: una “medicina” indispensabile. “Siamo contenti, la bambina sta bene e il decorso è positivo: gli abbiamo ridato la libertà e la cioccolata”.

Si accende la telecamera di Primocanale, mamma Lucia ha deciso di raccontare quello che sta vivendo Sara soltanto per un motivo: “Voglio dire grazie alla famiglia di Roma,  quando ho saputo la notizia non volevo crederci: sapevo che Sara stava ricevendo un dono dal cielo ma nel contempo sapeva che una famiglia, come la nostra, stava vivendo un dramma incredibile. Non è stato un miracolo, a soccorrere la nostra Lucia è stato un angelo mandato da Dio”. Lucia si ferma un secondo, una lacrima che si asciuga immediatamente. Chiede scusa con la dolcezza tipica della mamma.

Ci svela un segreto: “Sara mi ha detto subito una cosa: mamma, quest’estate voglio andare al mare”. Tre anni di paura e sacrifici. Di Sara e tutta la famiglia.  “Lei adorava andare al mare, e non lo ha più potuto fare: ha sofferto tanto per questo”, prosegue Lucia. Dalla notizia drammatica della malattia a Napoli fino alla decisione di arrivare a Genova.  La dialisi in casa, il racconto di quanto è stata difficile la prima volta: “E’ stata Sara a darmi coraggio, non riuscivo a farcela”. La chiacchierata continua, ribadisce una cosa: “Quanto Sara starà meglio andremo a Roma per trovare la famiglia che ha perso il bimbo: vogliamo incontrarli per dirgli grazie. Di cuore”

C’è tanta voglia di tornare a Napoli. “Ma Sara deve guarire e stare bene e mi permetta di dire una cosa”, ci chiede Lucia. Prego. “Vorrei dire una cosa a mia mia figlia: per te ci sono e ci sarò sempre”. L’ultima lacrima. Lucia raggiunge Sara, c’è il futuro che aspetta questa bimba di 10 anni. Il lieto fine è già stato scritto.