
Una favola, insomma, nella quale il regista Fornari ha giocato inventando per ogni personaggio un suo doppio, un bambino vestito come l'adulto: riferimento a una purezza infantile che i quattro bohemien mantengono e che svanirà solo al momento della morte di Mimi quando, non a caso, i bambini fuggiranno via. Sul podio Giampaolo Bisanti ha letto la partitura dando ampio respiro all'intenso melodismo pucciniano. Momenti di godibile cantabilità, tuttavia con qualche scompenso, qua e là, nel rapporto fonico fra orchestra e palcoscenico. Nel cast Maite Alberola debuttava nel ruolo di Mimi, una parte ostica che la giovane artista spagnola ha affrontato con entusiasmo regalando alcuni buoni momenti, ma evidenziando anche un ampio margine di maturazione. Al suo fianco, Teodor Ilincai è stato un generoso Rodolfo portato a forzare eccessivamente le dinamiche.
IL COMMENTO
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