cronaca

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Sono 24 gli indagati coinvolti nell'operazione antipedofilia "Micione mio" condotta dalla Polizia Postale di Udine, sotto il coordinamento del dirigente del compartimento regionale Pasquale Sorgonà, scaturita dalla denuncia sporta dai genitori della dodicenne adescata.


Due di loro, un impiegato stagionale e un consulente, giovani, sono residenti in provincia di Udine. Dalle 27 perquisizioni eseguite nei domicili degli indagati i poliziotti hanno scoperto un meccanismo di scambio di informazioni, contatti e materiale pedopornografico. In casa di uno degli indagati hanno scoperto un archivio corredato di nomi, età e cellulare delle ragazzine, dai 12 ai 15 anni, cadute nella rete, corredate anche di considerazioni e dettagli erotici. Sono emersi 7.000 messaggi WhatsApp e 106 contatti Messenger. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore di Trieste, Cristina Bacer, puntano ora a capire quante adolescenti sono cadute nella rete.


Indagini anche in provincia di Genova e Savona. Le indagini, iniziate circa un anno fa, sono partite dalla denuncia dei genitori di una bambina di 12 anni. Coordinate dal Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia online di Roma e dalla Sezione Polizia Postale e delle Comunicazioni di Udine, hanno permesso di sequestrare un'ingente quantità di materiale informatico: 22 computer, 46 hard disk, 508 supporti CD e DVD, 46 pen drive usb, 50 telefoni cellulari e sim card, 11 memory card e documentazione varia ritenuta utile per il proseguimento delle indagini.


Tra i denunciati, in maggioranza tra i 29 e i 54 anni anche se vi sono pure due ultrasessantacinquenni, figurano impiegati, liberi professionisti, studenti, operai e pensionati. Tra loro, quattro recidivi per reati analoghi.