
Il personale dell reparto e delle ambulanze e i vigili del fuoco hanno messo in salvo gli altri degenti: sgomberate alcune stanze dell’Unità operativa di oncologia, che ospitavano 25 pazienti, tutti trasferiti in altri reparti dell'ospedale. A lanciare l’allarme sono state le infermiere del turno di notte, e sul posto sono accorse tre squadre di vigili del fuoco che, insieme ai medici del 118 hanno fatto evacuare gli altri ospiti del reparto, e in un paio d'ore suddivisi fra vari dipartimenti del San Martino.
A causare il terribile incendio probabilmente un gesto di autolesionismo della stessa vittima. Sopralluoghi in corso da parte dei vigili del fuoco che, tra le cause che hanno innescato l'incendio non escludono una sigaretta accesa vicino alle bombole di ossigeno alle quali l'uomo era collegato per via della sua malattia. Le cause del rogo, tuttavia, sono ancora al vaglio dei vigili del fuoco intervenuti immediatamente sul posto. Secondo quanto appreso dalla direzione sanitaria l'incendio "non dovrebbe dipendere dal malfunzionamento dei macchinari o del circuito elettrico dell'ospedale".
Il gesto "coraggioso e professionale" dell'infermiera che ha chiuso la porta della stanza dove si è sviluppato l'incendio nel padiglione Dimi "ha evitato che il bilancio di questo gravissimo incidente fosse peggiore", spiega la direzione sanitaria.
LA TESTIMONIANZA DI UN'INFERMIERA - "La signora mi correva incontro, era avvolta dalle fiamme e la sedia le si era fusa addosso. Urlava, faceva paura. Assieme a una collega ho spento le fiamme che l'avvolgevano con una coperta poi sono andata nella stanza che era invasa dal fumo. Quello che ho visto era terribile, ma sapevo di dover chiudere la porta e creare una barriera per il fuoco. Ho seguito le procedure". Lo ha detto l'infermiera di 40 anni che ha salvato la familiare del paziente oncologico morto nell'incendio.
IL COMMENTO
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