politica

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Questa Tasi genovese decisa da un Comune così solerte nel chiedere soldi al cittadino che si trova in uno stato di confusione generale non voluto da lui, ma provocato da un groviglio di norme incerte, salassi incredibili e una giunga di esenzioni o detrazioni, è un boomerang di straordinaria efficacia nei confronti di palazzo Tursi e di una giunta che certamente non brilla per consenso.

Perché pagare si pagherà, come hanno sempre fatto gli spremutissimi genovesi. Ma almeno questi vorrebbero vedere i servizi che funzionano, una città pulita, autobus decenti, ascensori e cremagliere che salgono e scendono. Purtroppo non è così.

Dunque la Tasi introdotta con un'aliquota al massimo in una situazione di generale insoddisfazione verso l'amministrazione comunale che sarebbe ridicolo nascondere come la polvere sotto il tappeto rischia davvero di avere conseguenze scivolose.

E il risultato elettorale di domenica potrebbe complicare un quadro delicato e fragilissimo di accordo a Tursi, dove la maggioranza che sostiene il sindaco Marco Doria scalpita soprattutto da parte della componente Pd chiedendo radicali cambiamenti, la misteriosa lista Doria a volte fa più opposizione dell' opposizione 5Stelle.

Se il castello reggerà al risultato elettorale (soprattutto se il M5S balzerà avanti incrinando ulteriormente il potere del Pd nel capoluogo) sarà esclusivamente perché il Pd non è in grado a Genova di trovare un suo candidato-sindaco.
Da lunedì, in ogni, caso, qualunque sia il risultato, il mare della politica locale in Regione ma anche in Comune a Genova si agiterà e molto.