cronaca

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Genova aspetta un segno. Un "più" per rialzare la testa. Un buon motivo per avere la forza di sperare ancora. Gli scandali che stanno scoperchiando un sistema perverso di intrecci obbligano la città in affanno a una pulizia che è indispensabile per ripartire. Ma bisogna agire subito, senza perdere tempo.

Se davvero come tutti ci auguriamo la Concordia verrà a fare i lavori a Genova, questo sarà un segno. La grande nave della tragedia e del dolore tornerà nella sua città per dare grande speranza. D'altronde il nome Concordia è un nome carico di suggestioni.

 Per ripartire ci vogliono idee e coraggio. Ci vogliono uomini e donne nuovi e pronti alla sfida col presente e col passato. Ci vuole chi sa disegnare una città diversa, dove il merito prevale sulla raccomandazione e sul favore, dove gli "amici" restano amici e basta, non diventano necessariamente sodali di operazioni oscure. Una città pensata anche dalla politica, immaginata da qui a vent'anni. Dove si faccia cultura e turismo, dove si sappia inventare una strada moderna.

 E' indispensabile un grande dibattito sulla città, fatto con tutte le forze intellettuali che Genova ha sempre prodotto e che da qualche anno sono state messe in cantina o si sono auto-escluse.

 Ripensare Genova significa chiamare a raccolta i cervelli che se ne sono dovuti andare via per partecipare a questo confronto aperto nel quale ognuno possa indicare le sue strategie e offrire suggerimenti.

 Genova ha ricchezze intellettuali indubitabili: professori universitari, manager, imprenditori, scienziati, architetti, scrittori, artisti, economisti. Stimoliamoli a ragionare sulla nuova città e a non praticare più il lamento come leit-motiv della vita.

La politica ci dovrà essere. Ma dovrà essere diversa, adeguata al tempo che stiamo vivendo, capace di progettare e non solo di mediare in una maniera così ossessiva da diventare dannosa.

 Impossibile? Parole vuote e sprecate?

 Sarebbe un errore liquidare tutto così, col metodo del "veto continuo" o del "malascia perdere...." che purtroppo in città continua a avere proseliti.