Violenza sessuale, albanese condannato a 8 anni in appello
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Sentenza ribaltata in appello (dall'assoluzione a otto anni di reclusione) per un albanese di 36 anni accusato di violenza sessuale, sequestro di persona, minacce e violenza privata nei confronti di due prostitute, sue connazionali. E' anche accusato di rapina per essersi impossessato del cellulare e di un anello di una delle due. Sono due gli episodi contestati che sarebbero avvenuti nell'aprile del 2010 a Taggia, nell'imperiese. L'uomo, servendosi di un falso tesserino della polizia aveva fatto salire in auto le donne, a distanza di un giorno l'una dall'altra, con la scusa di condurle in questura e, dopo averle portate in un luogo isolato, le aveva violentate.
Secondo l'accusa una era stata colpita con un pugno ed era stata presa per i capelli mentre l'altra era stata schiaffeggiata e afferrata per le braccia. L'uomo era poi stato individuato anche tramite il parziale numero di targa della sua auto. Durante una perquisizione gli avevano trovato il cellulare e l'anello. Il pg Luigi Cavadini Lenuzza aveva chiesto otto anni poi inflitti dai giudici della corte d'appello di Genova. Ad assolverlo in primo grado era stato il gup di Sanremo nel processo con rito abbreviato.
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