cronaca

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L'ex sindaco di Genova Marta Vincenzi è stata rinviata a giudizio dal gup Carla Pastorini, al termine dell'udienza preliminare per l'inchiesta sull'alluvione che nel novembre 2011 che causò sei vittime.

Secondo gli inquirenti, la macchina operativa della protezione civile non venne messa in moto: non vennero chiuse le strade a rischio né le scuole, non venne ordinato ai presidi di non fare uscire gli alunni e non fu bloccata la circolazione stradale.

Oltre alla Vincenzi sono stati rinviati a giudizio l'ex assessore alla Protezione civile Francesco Scidone, i dirigenti comunali Gianfranco Delponte e Sandro Gambelli. Sono accusati a diverso titolo di omicidio colposo plurimo, disastro colposo, calunnia e falso per aver redatto la relazione taroccata che sollevava l'amministrazione dalla responsabilità di aver sottovalutato il pericolo. I

Indagato per falso anche Roberto Gabutti, ex referente delle organizzazioni di Protezione civile di Genova. Il processo inizierà il prossimo primo ottobre.

"Aspettiamo il processo e ci difenderemo lì. Sono tranquilla, non è stata una sorpresa". lo ha detto l'ex sindaco Marta Vincenzi al suo avvocato Stefano Savi, dopo avere appreso di essere stata rinviata a giudizio nell'ambito dell'inchiesta sull'alluvione del novembre 2011. "La mia assistita - ha detto il legale - è sicura di non avere responsabilità per quanto successo. E lo dimostrerà nel processo". Oggi erano presenti in aula, per l'udienza preliminare, solo Gianfranco Del Ponte, Pierpaolo Cha e Sandro Gambelli.

Dal canto suo il legale della famiglia di Flamur Djala, l'operaio albanese che ha perso nell'alluvione la moglie e due figli ha annunciato che verrà chiesto il sequestro dei beni personali di tutti gli imputati." Il danno subito dalle vittime è stato enorme" ha detto l'avvocato Giovanni Ricco.

L'avvocato Ricco si è detto soddisfatto per l'esito dell'udienza preliminare e per i tempi rapidi in cui è stato fissato l'inizio del processo. Il gup, oggi, ha respinto la richiesta dei difensori degli imputati che avevano chiesto una nuova perizia in relazione ai lavori fatti nel 2011, prima dell'alluvione, a monte del rio Fereggiano e che secondo loro avrebbero aggravato la situazione del corso d'acqua influendo negativamente su quanto accaduto poi il quattro novembre.