cronaca

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Al via i saldi estivi.

Dopo l'ennesima stagione segnata dalla crisi e dalla contrazione dei consumi, i commercianti si aspettano un'inversione di tendenza. E non mancano gli esercizi che terranno aperti tutta la domenica, come quelli aderenti all'Unione Operatori Economici di Via Luccoli, o chi, come a Busalla, propone le aperture serali per tutti i giovedì del mese. Ma non parlate di "effetto 80 euro", quelli serviranno, piuttosto, a pagare Tasi e Tari.


Le vendite a prezzi scontati per il periodo estivo si aprono domani, sabato 5 luglio, e a Genova e in tutta la Liguria saranno possibili per un massimo di 45 giorni. Fino, quindi, a lunedì 18 agosto. Un appuntamento al quale il settore dell'abbigliamento e delle calzature arriva lasciandosi alle spalle l'ennesimo anno di crisi, segnato da un'ulteriore contrazione dei consumi tanto nella propensione a spendere, quanto nell'entità dello scontrino. E da una concorrenza della grande distribuzione che, con campagne di prezzi via via più esasperate e aggressive, rasenta sempre più da vicino la concorrenza sleale.

«Per tutta questa serie di fattori, i saldi acquistano ogni anno un'importanza maggiore, e fondamentale diventa il mantenimento di una data unica a livello nazionale. Una data che continua a cadere troppo bassa, ma che è impossibile posticipare di qualche settimana proprio a causa della pressione esercitata dalle grandi catene», riflette Enrico Malvasi, presidente di Fismo Confesercenti Genova. «In questo contesto, campagne di marketing mirate come, ad esempio, le promozioni riservate ai titolari di fidelity card, e promosse tanto dalla grande distribuzione come dal singolo esercente, sono assolutamente legittime. A sancirlo è il coordinamento sulle attività produttive delle Regioni anche se, comunque, viene da chiedersi come potremo ancora reggere una situazione normativa così ambigua. Ma il requisito imprescindibile continua ad essere, più semplicemente, la qualità della merce offerta. E proprio l'attenzione e la garanzia che il cliente trova affidandosi al negozio di vicinato in ogni fase dell'acquisto, dalla prova dei capi all'eventuale sostituzione, è un qualche cosa che nessun outlet o rivenditore online saranno mai in grado di eguagliare, né tantomeno superare. Perché senza qualità, non c'è promozione che tenga».

«A tutto questo - prosegue Malvasi - si aggiunge la grande varietà di prodotti che i consumatori potranno trovare, essendo ormai profondamente cambiata la natura stessa dei saldi. Nati come svendite di fine stagione, infatti, oggi i saldi così anticipati arrivano quando ancora la gamma di capi tra cui scegliere è vastissima, e quindi maggiore è la probabilità di trovare esattamente quello che si sta cercando». E se questa è una tendenza degli ultimi anni, il vero elemento di novità per il 2014 potrebbe venire dai famosi 80 euro in più nella busta paga di circa 10 milioni di italiani. Anche se Malvasi non crede in un impatto tale da fare, da solo, la differenza: «Certamente questa misura potrà avere ripercussioni positive per alcuni target specifici di clienti e di prodotti, ma non si tratterà di una ricaduta diretta sui saldi quanto, piuttosto, di una generale iniezione di fiducia. Se le cose quest'anno andranno meglio sarà, soprattutto, perché da ormai troppo tempo molti italiani hanno rimandato l'acquisto di cui avevano bisogno».

L'impressione, anzi, è che i fatidici 80 euro siano serviti più a sistemare qualche conto rimasto in sospeso, che ad incoraggiare i consumi. «Sarà un caso, ma il nostro fatturato di giugno si è dimezzato a partire dal 13, e cioè tre giorni prima della scadenza Tasi», riferisce Andrea Castaldi, vice-presidente del Civ Fronte del Porto e titolare di un negozio di abbigliamento in via Buozzi, a San Teodoro. «È a questo che sono serviti gli 80 euro, a pagare le tasse: prima la Tasi, e poi la Tari. Quanto ai saldi, non ci aspettiamo granché: come per quelli invernali, ci sarà un po' più di movimento nei primi tre-quattro giorni, e poi l'attenzione andrà via via calando. Purtroppo le aspettative sono queste».