cronaca

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"Ho sempre lottato contro la corruzione. Non ho fatto a nessuno richieste di compiere illeciti e nessuno le ha fatte a me. Se avessi percepito che si stava cercando di porre in essere una qualche attività illecita, non avrei esitato ad inoltrare denuncia alla magistratura". E' uno dei passaggi iniziali di una 'lettera aperta' scritta dalla sua cella, nel carcere di Opera, dall'ex funzionario del Pci Primo Greganti, arrestato lo scorso 8 maggio nell'inchiesta sulla presunta "cupola degli appalti" assieme, tra gli altri, all'ex senatore Luigi Grillo, all'ex Dc Gianstefano Frigerio e all'ex esponente ligure dell'Udc-Ncd Sergio Cattozzo.

La lettera, che porta la data di ieri, su richiesta di Greganti, è stata inviata dal suo difensore, l'avvocato Roberto Macchia, all'ANSA e ad alcuni quotidiani e verrà allegata a una memoria che presto sarà depositata al Procuratore della Repubblica di Milano Edmondo Bruti Liberati e ai pm Claudio Gittardi e Antonio d'Alessio. Nelle cinque pagine, originariamente manoscritte, Greganti dà la sua versione dei fatti, spiega i motivi - di lavoro - per cui era in contatto con Frigerio e Cattozzo, e afferma di essere "sicuro di essere stato infondatamente ed ingiustamente coinvolto nella presente vicenda giudiziaria, ma sono disposto a pagare questo salatissimo prezzo se contribuisce a far sì che la lotta alla corruzione, che considero essenziale per il rinnovamento dell'Italia, vada avanti con decisione".