La felicità che viveva il figlio morto sott'acqua dissanguato per appesantire di cassoni una nave da far rivivere, e la commozione del padre venuto a vedere il mostro che se l'è portato via.
Torna così all'isola del Giglio il ricordo di Israel Moreno, il sub di 41 anni morto il primo febbraio mentre lavorava a una decina di metri di profondità, sotto il relitto della Costa Concordia. E' la vittima numero 33 di quella tragedia cominciata più di 900 giorni fa nel mare della Toscana e che da lì fatica ad andarsene. ''Peccato che non abbia potuto vedere la fine di quest'impresa ma mio figlio è morto felice'', ripete ricacciando giù il groppo alla gola Manuel Moreno, venuto dalla Galizia insieme alla moglie di Israel e al loro ragazzino di 10 anni. ''Siamo venuti principalmente perché i colleghi di mio figlio hanno deciso di rendergli omaggio, c'è stata anche una messa per ricordarlo'', racconta. La memoria passa anche attraverso una maglietta bianca esposta nel cantiere della Titan-Micoperi e dedicata al sub. E' stata un'idea dei suoi compagni del gruppo Burundi. Chi vuole può comprarla e i soldi andranno alla famiglia. Per i più intimi, invece, c'è un portachiavi di metallo che è più di un santino. Lo stringe in mano suo padre. Da un lato, il nome di Israel e l'immagine di un sub in immersione. Dall'altro una caricatura: un uomo in canotta, con la sigaretta in bocca e lo sguardo nascosto da un cappellino. ''Quello era mio, me lo rubava sempre e poi mi mandava le foto per dirmi che era riuscito a fregarmi ancora. Israel era così, un guascone. Non era il migliore ma nemmeno il peggiore''. E continua: ''Speriamo che i suoi compagni ne abbiano un ricordo positivo, perché lui era uno allegro, amava il mare e l'unico tatuaggio che aveva era la rosa dei venti sulla spalla''. Della Concordia parlava spesso. ''Era contento di lavorare qui, stava bene con i suoi compagni e con la gente del posto''. Anche per questo, per i Moreno, bisognava esserci. E ringraziare. ''Tutti qui sono stati affettuosi con noi e le autorità della Toscana ci sono state vicine con tatto e sostegno economico - sottolinea - Cose che non abbiamo avuto né dal sindaco della nostra città né dal governo spagnolo''. Ma i rimpianti sono altri. E rivivono anche solo guardandola in faccia quella nave, da salvare a tutti i costi e con altre 24 ore di agonia. ''Spero che ce la facciano a portarla via dal Giglio. Israel ce l'avrebbe messa tutta e penso che poi avrebbe festeggiato''.
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Concordia, padre sub morto: "Peccato non vedrà esito impresa"
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