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Fischietti, urla, il grido ritmato "libertà, libertà": con questi strumenti i senatori di Lega e M5s hanno impedito il proseguimento dei lavori del Senato sulle riforme. Il presidente Pietro Grasso ha sospeso i lavori anche perché, ha detto al microfono "un senatore si è fatto male".

Si sospetta una lussazione alla spalla per la senatrice Laura Bianconi, di Ncd, rimasta colpita durante i tumulti nell'Aula del Senato
. La parlamentare è stata condotta in Ospedale. Gruppi parlamentari chiaramente anti democratici, dopo averci provato da giorni, finalmente hanno provocato l'incidenze. "La violenza e le provocazioni continue non sono più sopportabili. La nostra solidarietà alla senatrice Laura Bianconi". Lo dichiara il senatore del Pd Andrea Marcucci. "Quanto avvenuto in Aula è un fatto molto grave. E' un colpo drammatico alla credibilità del Senato". Lo ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso nell'aula di Palazzo Madama, riprendendo i lavori che sono stati subito chiusi e rinviati a questa mattina alle 9,30.

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, a Largo del Nazareno alla direzione Pd. L'emendamento alle riforme passato col voto segreto "non è il remake dei 101 ma nel merito lascia l'amaro in bocca: ci possono essere dissensi, ma viene scritta pagina non positiva" quando ci si nasconde dietro il voto segreto, ha detto. La riforma del Senato è "straordinariamente importante e storica", ha spiegato il premier. Poi ancora: il lavoro "al Senato richiede una gratitudine e un plauso vero ai senatori. Ringrazio uno per tutti, Sergio Zavoli", la sua presenza è "dimostrazione di serietà e di impegno". "Stiamo mettendo fine a anni di bicameralismo perfetto che persino nella costituente fu visto come un limite"., ha spiegato il premier alla direzione Pd. "Non vogliamo il male delle regioni ma il massimo del bene", ha detto ancora Renzi sottolineando che la riforma costituzionale non va contro le Regioni. "Noi abbiamo e avremo uno stile sulle riforme, che non è evitare il canguro, ma la lumaca: le riforme non devono diventare l'ennesima discussione su cui stare anni e anni, noi abbiamo voglia di cambiare" la Carta "assieme ai cittadini". La bocciatura dell'emendamento sulle riforme "non è vicenda tutta interna al Pd anzi scommetterei che sono stati altri" a votare contro il governo nel voto segreto: così Matteo Renzi. "Chiederò un mandato alla direzione - ha proseguito Renzi -, sulla necessità di apportare all'accordo sulla legge elettorale alcune modifiche".

"Rispetto e stimo Cottarelli: farà quello che crede. Ma non è Cottarelli il punto fondamentale: la spending review la facciamo anche se va via, dicendo con chiarezza che i numeri sono quelli". "