
L’intesa raggiunta in commissione sarebbe stata confezionata, in particolare, dopo un negoziato fra Marco Scajola, nipote dell’ex ministro ora ai domiciliari per il caso-Matacena, e il governatore Claudio Burlando e farebbe leva sul meccanismo della rappresentanza territoriale riconosciuta alle singole province a prescindere dal risultato conseguito. Questo significa, in pratica, che i maggiorenti di Forza Italia hanno aderito all’opzione portata avanti dal gruppo regionale del Pd perché li garantisce nel mantenimento del loro seggio, considerando che Luigi Morgillo alla Spezia, Marco Melgrati a Savona e lo stesso Marco Scajola a Imperia ritengono di essere elettoralmente i più forti nell’ambito d Forza Italia. Quindi, anche se il partito sarà in minoranza, loro contano di conservare il posto in assemblea regionale.
Per arrivare all’approvazione del provvedimento servirà una maggioranza dei due terzi, quindi 27 voti. In linea teorica potrebbero essere messi insieme, tanto più che secondo alcuni spifferi di corridoio le grandi manovre – anche in vista delle primarie di centrosinistra e per favorire la candidata burlandiana Raffaella Paita – prevederebbero già precisi accordi, con due esponenti dell’Ncd, Gino Garibaldi e Alessio Saso, blanditi da una duplice promessa: la presidenza dell’assemblea regionale per il primo, un assessorato per il secondo. Perché la riforma della legge elettorale regionale arrivi in porto, tuttavia, vanno superati gli scetticismi sempre più evidenti di numerosi consiglieri, fra i quali figurerebbero Rosso e Bagnasco di Forza Italia, Raffaella Della Bianca e Patrizia Muratore, seconda contare Lorena Rambaudi, apertamente in dissenso proprio per la mancanza della preferenza di genere. Insomma, la partita si annuncia complessa, al di là della posizione assunta dalla Lega.
Se la linea intransigente seguita dal Carroccio dovesse fare breccia rimarrebbe in vigore l’attuale normativa, che fra le altre cose prevede quella vergogna chiamata listino del presidente, grazie al quale possono essere imbarcati in consiglio personaggi che non devono soggiacere al test elettorale. E’ anche vero, però, che poiché le elezioni sono previste nella prossima primavera, sarebbe disponibile almeno una finestra per mettere a punto un provvedimento più condiviso e soprattutto ripulito dal super-premio di maggioranza. Che, oltretutto, alimenta fortissimi dubbi di incostituzionalità, visto il pronunciamento della Consulta sul Porcellum, la legge elettorale nazionale, proprio su quello specifico argomento. Dubbi che alcuni costituzionalisti fra cui Lorenzo Cuocolo hanno già esplicitato nei giorni scorsi.
IL COMMENTO
Ti ricordi Bilancia? 17 omicidi in sette mesi di terrore
Partito del no, del si e magari del ni. Uffa che barba di campagna elettorale