
Poco dopo la votazione, la soddisfazione è corsa su twitter. “Ci vorrà tempo, sarà difficile, ci saranno intoppi. Ma nessuno potrà più fermare il cambiamento iniziato oggi”, ha scritto il presidente del Consiglio Matteo Renzi mentre per il ministro Maria Elena Boschi “Anche qui le cose possono cambiare: primo sì alle riforme costituzionali! Grazie a tutti per il sostegno”.
Già dopo il via libera il ministro aveva sottolineato come fosse "il primo segnale importante della voglia di cambiare il Paese ed è la dimostrazione della capacità di rispettare gli impegni presi con i cittadini. Siamo dispiaciuti per chi ha lasciato l'Aula - ha spiegato -, in un confronto democratico il dissenso democratico si può esprimere senza uscire ma la maggioranza è stata ampia e siamo soddisfatti di questa prima approvazione". Poi, a chi le ha chiesto di commentare il non voto della riforma da parte di 16 'dissidenti' del Pd, ha risposto: "Spero che i senatori Pd che non hanno partecipato al voto sulla riforma costituzionale possano cambiare idea nei prossimi passaggi. Noi continuiamo nel dialogo, mi auguro che cambino idea in futuro. Ora facciamo qualche giorno di vacanza e poi a settembre riprendiamo con la legge elettorale, sapendo che con l'accordo di tutti i partiti che sostengono la riforma sarà possibile qualche modifica al testo della Camera".
I senatori del Movimento 5 Stelle hanno lasciato l'Aula prima del voto, dopo l'intervento del capogruppo Vito Petrocelli. "Ma chi l'ha visto il confronto? – ha detto -. In quest'Aula abbiamo visto invece un ministro che twitta e rivolge sorrisi verso i banchi di Forza Italia" spiegando poi di aver consegnato le centinaia di mail arrivate a tutti i senatori dell’M5s che contengono gli emendamenti che gli italiani avrebbero voluto inserire nella riforma.
Anche la Lega non ha partecipato al voto finale. Il capogruppo Gian Marco Centinaio ha detto: "Non possiamo essere complici di chi sta affossando questo Paese" attaccato il premier Matteo Renzi, definito "rampante e all'apparenza riformista" e accusando anche il presidente del Senato Pietro Grasso per la gestione dell'Aula durante il dibattito sul ddl. "Ci siamo trovati a essere dei semplici ratificatori di decisioni prese altrove".
Non hanno votato Sel e gruppo misto, "per segnalare che questa riforma è stata imposta con la forza muscolare e con ottusa brutalità dal governo e da una metà del Senato” - ha detto il capogruppo Loredana De Petris nel corso delle dichiarazioni di voto -. I senatori di Sel e anche quelli del gruppo misto non possono legittimarvi, nemmeno con il voto contrario, e quindi non parteciperanno alla votazione".
IL COMMENTO
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