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Intervista a Enrico Alletto, fondatore di Open Genova

Vorrebbe spiegare cos’è Open Genova a chi non la conosce?

"Open Genova è un’associazione che nasce per promuovere l’innovazione tecnologica e sociale a Genova, declinata in diversi aspetti: partecipazione con i nuovi strumenti informatici, trasparenza attraverso gli open data, banda larga e free wi-fi".


Qual è il vostro obiettivo e come vi state muovendo?

"Open Genova sta portando avanti diversi progetti, il più delle volte in collaborazione diretta con la pubblica amministrazione. Questo perché Open Genova nasce con l’obiettivo di accorciare la distanza tra cittadinanza e pubblica amministrazione. Per esempio, abbiamo un progetto con il Municipio Centro – Est e l’ufficio partecipazioni del Comune di Genova dal titolo “Bando partecipa”. Il Municipio Centro – Est ha messo a disposizione alcune risorse da destinare a interventi sul territorio e si è poi messo in contatto con la cittadinanza. I cittadini avevano la possibilità di presentare dei progetti, che potevano essere caricati all’interno della nostra piattaforma, che poi potevano essere discussi con gli altri utenti e con dei tutor messi a disposizione dal Municipio. La partecipazione al progetto è stata molto ampia e circa 20 progetti sono approdati alla fase finale".


Quali iniziative avete intrapreso per la promozione del free wi-fi?

"Con il Comune di Genova stiamo portando avanti il progetto “Og wi-fi”, che nasce per promuovere la diffusione del free wi-fi e della banda larga in città. È nato raccogliendo una lista di esercizi commerciali che forniscono il free wi-fi in città. Strada facendo ci siamo accorti che il processo di raccolta di questi dati è molto laborioso, perché le risposte degli esercenti ai questionari che inviamo spesso non sono immediate. Sempre in collaborazione con il Comune di Genova e adesso in collaborazione con la Confesercenti – ma speriamo di coinvolgere anche altri soggetti – inizierà nel prossimo autunno un progetto con i civ e con le associazioni, portando esempi di buone pratiche sull’utilizzo del free wi-fi".


C’è poi il progetto Wiki Loves Monuments. Può spiegarci cos’è?


"Wiki Loves Monuments è un’iniziativa a respiro internazionale, che in Italia è promossa dall’associazione Wiki Media Italia ed è stata portata a Genova da noi. Si tratta di fare una raccolta di monumenti e di fotografarli. . I vincitori del concorso vedranno le proprie foto utilizzate direttamente da Wikipedia. Per una serie di vincoli burocratici italiani, i monumenti non possono essere fotografati in alta risoluzione ed essere condivisi . La nostra iniziativa è partita proprio dal liberare i monumenti di proprietà pubblica attraverso una delibera e, grazie anche all’intervento dell’assessore Sibilla, siamo riusciti a rientrare nei tempi del concorso. Abbiamo invitato il 5 settembre scorso Emma Tracannella, che è la coordinatrice nazionale di Wiki Loves Monuments, che ci ha detto che Genova è la prima grande città italiana che aderisce a Wiki Loves Monuments, nonostante siano tre anni che questo concorso c’è in Italia. Abbiamo raccolto l’adesione anche di altre associazioni, affinché si possano concordare delle micro-iniziative per fotografare in giro i monumenti. Questo sabato (13 settembre) presenteremo l’iniziativa alla Festa della Lanterna, mentre il 20 e il 21 settembre ci saranno almeno 4 eventi in diversi punti della città dove alcuni gruppi organizzeranno delle iniziative per fotografare i monumenti. L’aspetto che più interessa ad Open Genova è la condivisione del bene pubblico e il fatto che queste foto siano rilasciate con licenze di tipo aperto".


Open Genova s’interfaccia spesso con la pubblica amministrazione e, in particolare, con il Comune. Avete trovato apertura o chiusura nei confronti delle vostre esigenze e delle vostre iniziative?


"La premessa da fare è che il Comune non è un monolite, perché il Comune è fatto di tante persone diverse con tante competenze diverse. In linea di massima, posso dire che abbiamo trovato apertura. L’esempio che merita di essere citato è l’ufficio partecipazioni di Genova, dove abbiamo trovato delle persone estremamente collaborative e molto aperte alle idee di Open Genova. Penso che, nonostante ci siano anche esempi opposti, all’interno dell’amministrazione ci siano persone che vorrebbero andare verso trasparenza, open data e tutto ciò che può interessare Open Genova, ma che trovano delle difficoltà nelle trafile burocratiche e nelle resistenze interne di chi non vuole affrontare il cambiamento. Trovare all’esterno un soggetto come Open Genova può essere un gancio".


Invece, il mondo del commercio comprende le opportunità che possono derivare da questo cambiamento?


"Attualmente non ho abbastanza elementi per rispondere, e potrò dare una risposta più compiuta quando avremo finito il giro di Og wi-fi. La sensazione è che non ci sia questa sensibilità, tranne rari casi individuali. Ma al momento sono delle mosche bianche".


Quali sono tre elementi per fare un passo in avanti nella direzione proposta da Open Genova?


"Prima di tutto, la diffusione di una maggiore cultura circa le opportunità legate a queste tematiche. Il secondo aspetto è la necessaria sinergia tra i diversi gruppi e associazioni, che per il momento manca. Stiamo trovando adesso dei gruppi di giovani come noi che hanno voglia di collaborare, ma c’è molto da fare. E la terza, per quanto banale, è che servirebbero un po’ più di risorse".