politica

Nel Pd si sospetta un caso di giustizia a orologeria
1 minuto e 59 secondi di lettura
“Nessun complotto, nessuna giustizia ad orologeria”: è la linea di Matteo Renzi ai suoi dopo la notizia dell’indagine a carico del padre, Tiziano, accusato di bancarotta fraudolenta in un’indagine della Procura di Genova. Eppure nel partito del presidente del Consiglio il sospetto è che la notizia sia trapelata per dare un segnale al governo, che sta portando avanti la riforma della giustizia. Una tentazione, quella di gridare al complotto, che però il premier stoppa di netto difendendo il lavoro dei magistrati.

Nel frattempo ieri è arrivato il commento del padre del presidente del Consiglio. "Alla veneranda età di 63 anni e dopo 45 anni di attività professionale ricevo per la prima volta nella mia vita un avviso di garanzia. I fatti si riferiscono al fallimento nel novembre 2013 di una azienda che io ho venduto nell'ottobre 2010. Sono certo che le indagini faranno chiarezza ed esprimo il mio rispetto non formale per la magistratura inquirente ma nel dubbio, per evitare facili strumentalizzazioni, ho rassegnato le dimissioni da segretario del circolo del Pd di Rignano sull'Arno".

L'indagine era stata aperta tempo fa e riguarda il fallimento di una società di distribuzione di giornali. La procura ha chiesto la proroga delle indagini e ha contestualmente inviato l'avviso di garanzia. Oltre al padre di Renzi ci sono altre due persone indagate. Le indagini sono partite dopo il fallimento, dichiarato un anno fa, della società Chil post. L'indagine è condotta dal procuratore aggiunto Nicola Piacente e dal sostituto procuratore Marco Airoldi. "Le indagini - ha detto il procuratore capo di Genova, Michele di Lecce - sono ancora in corso. Tant'è vero che è stata chiesta una proroga. Non è escluso che in futuro ci possano essere altri indagati".

CHI E' MASSONE – Il Corriere della Sera traccia l'identikit dell'intestatario di Chil a partire dal 2010. Si tratta del 75enne Gianfranco Massone, originario di Borghetto d'Orba e residente a Varazze. Da venditore ambulante, Massone ha partecipato a diverse fiere nel Basso Piemonte e nella Riviera ligure. È indagato insieme a Tizano Renzi per bancarotta fraudolenta, in riferimento alla cessione della Chil Spot. Una cessione avvenuta quando ormai la società era destinata al fallimento. Ad attirare l'attenzione della magistratura c'è anche la nomina di Massone ad amministratore di una cooperativa fiorentina, verificatasi poco dopo il passaggio di proprietà della Chil.