
Sono parole del cardinale Giuseppe Siri, per 41 anni arcivescovo di Genova, e sono state ricordate oggi dal suo successore, il cardinale Angelo Bagnasco, durante il suo intervento a un convegno intitolato 'Il cardinale Siri maestro per la Chiesa dei nostri tempi' organizzato dalla sezione ligure dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro. Il convegno si e' svolto presso l'abbazia di Santo Stefano ed ha visto la partecipazione del cardinale Walter Brandmueller, presidente emerito del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, e gli interventi di don Nicola Bux, monsignor Antonio Livi e Daniele Nigro.
Nell'occasione e' stato anche presentato il libro: 'Giuseppe Siri, Dogma e Liturgia', curato da Livi. Il cardinale Brandmueller ha messo in luce il significato dei lunghi anni di ministero episcopale di Siri e il suo ruolo nello svolgimento e nell'attuazione del Concilio Vaticano II. Monsignor Livi ha illustrato la dottrina del cardinale sul rapporto intrinseco tra la fede nel dogma e la prassi pastorale. Durante le conclusioni, il cardinale Bagnasco, ha ricordato l'impegno e l'attenzione per la Liturgia del suo predecessore affermando che "il protagonista della Messa e della liturgia non siamo noi. Gesù è il vero protagonista, noi siamo solo co-protagonisti. Pertanto, se Cristo è il grande protagonista, allora noi non lo possiamo manipolare perché non è una cosa a nostra disposizione ma un tesoro di cui siamo chiamati a partecipare ma non a manipolare".
IL COMMENTO
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