"Il Cda ha approvato l'esternalizzazione dell'orchestra e del coro votando una procedura di licenziamento collettiva": sono parole del sindaco di Roma Ignazio Marino, pronunciate dopo il Cda del Teatro dell'Opera. "Una scelta molto dura e sofferta - aggiunge il sovrintendente Carlo Fuortes -. Pensiamo che questa strada possa sventare le decisione di una chiusura".
"Noi auspichiamo che tutti o parte di musicisti e artisti del coro si riuniscano e formino un soggetto - ha detto Fuortes - Ci sono 75 giorni per capire ed eventualmente trattare e definire il percorso successivo. Se si organizza tutto nel migliore dei modi dal 1 gennaio il teatro dell'Opera potrebbe aver nuova orchestra e coro. Non è mai avvenuto un licenziamento collettivo di orchestra e coro. E' un disegno innovativo in Italia ma in Europa molto utilizzato", ha aggiunto Fuortes ribadendo che "non c'era altra possibilità se non la chiusura". Il sindaco di Roma Marino ha poi spiegato che al momento non è in programma la cancellazione dell'Aida: "Se ci saranno le condizioni ci attiveremo per la ricerca di un direttore, se non ci saranno le condizioni allora non cercheremo un direttore", facendo riferimento al ritiro del maestro Riccardo Muti.
Rabbiosi i sindacati: ''Spero che oggi, finalmente, dopo una sequenza interminabile di bugie distribuite a piene mani ai cittadini di Roma e a tutta l'opinione pubblica, venga finalmente alla luce il vero obiettivo del Ministero, la vera missione del Sovrintendente e le ragioni per le quali siamo stati costretti alle mobilitazioni sindacali di questa estate: fare dei Teatri Italiani delle scatole vuote'', afferma Massimo Cestaro, segretario generale della Slc Cgil. ''E finalmente si possano comprendere le ragioni per cui il maestro Muti ha deciso di lasciare il Teatro. Nella ignoranza dilagante su come funziona un teatro d'Opera, ci sarà ancora qualcuno che proverà a sostenere che questa sarebbe una buona strada per rivitalizzare il Teatro. Altri, mentendo, diranno che questa è una scelta sofferta. La verità è che da tempo è in corso una strategia di smantellamento delle principali istituzioni culturali del nostro Paese. I teatri sono straordinari centri di produzione dove si formano altrettanto straordinarie professionalità tecniche e artistiche che tutto il mondo ci invidia. Un teatro vuoto da riempire di volta in volta - prosegue Cestaro - è la fine del valore della produzione, della ricerca, della sperimentazione, della conservazione e dell'innovazione; ma una ghiotta occasione di pochi noti per fare business''. La reazione del sindacato si conclude così: ''Reagiremo contro questa scelta sciagurata con l'auspicio che tutte le organizzazioni sindacali e i lavoratori del Teatro dell'Opera e di tutti i Teatri italiani abbiano compreso la posta in gioco''.
Anche il ministro della cultura Dario Franceschini ha detto che l'esternalizzazione di coro e orchestra decisa dal cda "è un passaggio doloroso ma necessario per salvare l'Opera di Roma e ripartire".
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Il teatro dell'Opera di Roma licenzia coro e orchestra
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