Monta la rabbia dei presidenti regionali per la manovra presentata dal governo Renzi. Le Regioni condividono l'idea di una manovra espansiva ma sono preoccupate per i tagli, che rischiano di compromettere la tenuta e la sostenibilità del sistema. È quanto emerso nella Conferenza tenuta a Roma e coordinata da Sergio Chiamparino.
D’ALFONSO (ABRUZZO) - "Sono previsti tagli eccessivi: non per fare rivendicazioni, ma le Regioni erogano servizi fondamentali e questi numeri vanno riconsiderati. Noi dobbiamo poter svolgere i nostri obblighi e alle condizioni date non c'è questa possibilità". Queste le parole del presidente della Regione Abruzzo, Luciano d'Alfonso. "Assistiamo ad una sorta di provincializzazione delle Regioni”.
CHIAMPARINO (PIEMONTE) - "L'impianto della manovra è giusto, ma la si può rendere più equilibrata e sostenibile per gli enti locali. Propongo di aumentare di un miliardo i tagli ai ministeri e di ridurre dello stesso importo i tagli alle Regioni". Cosi' Sergio Chiamparino, presidente del Piemonte e della Conferenza delle Regioni. "Credo si possa chiedere una razionalizzazione alle attività dei ministeri - ha aggiunto - il problema è che le burocrazie ministeriali sono più forti delle Regioni". I 4 mld di tagli previsti per le Regioni "sono tanti - prosegue Chiamparino - se ne togliamo 2 dalla sanità gli altri 2 li dobbiamo togliere da spese che valgono 3,5 miliardi. Insomma, alla fine o tagli, o metti tasse o ticket".
"La manovra è insostenibile per le Regioni a meno di non incidere sulla spesa sanitaria. Abbiamo dato intesa sul Patto per la Salute e il Fondo sanitario: il Patto viene così meno. Il Governo fa delle legittime e condivisibili manovre di politica economica ma usando risorse che sono di altri enti: l'elemento incrina un rapporto di lealtà istituzionale e di pari dignità, ha proseguito il presidente della Conferenza delle Regioni Chiamparino.
"Le regioni chiedono un incontro urgente al Governo per affrontare una serie di temi e ricostituire un rapporto di leale collaborazione. Io non amo gli incontri, non vivo per questo ma di fronte a una situazione in cui c'è qualche tensione c'è bisogno di un incontro. Al mio amico Delrio rispondo: dato che 15 giorni fa abbiamo messo al riparo dai riflettori un tavolo di questo tipo, se dobbiamo avere un confronto facciamolo potendone monitorare i risultati. Fa parte di quel discorso sull'affidabilità istituzionale", ha concluso Chiamparino.
CALDORO (CAMPANIA) - "C'è un tema di affidabilità istituzionale che si pone: con questa misura vengono meno due patti e quindi, da parte del Governo, non si è affidabili. E' come fare spesa con i soldi degli altri, è un problema di rapporti istituzionali e siamo pronti ad aprire un confronto con il governo", ha affermato il vicepresidente della conferenza delle Regioni e presidente della Campania, Stefano Caldoro.
MARONI (LOMBARDIA) - "Valutando il testo, sembra ci siano 4 miliardi di tagli alle Regioni, 2 dei quali sono i nuovi fondi alla sanità datici a luglio di quest'anno con un accordo tra Governo e Regioni e che adesso sarebbero inopinatamente tagliati". Lo dice il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, sulla legge di stabilità. "Non è che il Governo può prima fare un accordo - afferma Maroni - e poi togliere di mezzo questo accordo senza coinvolgere chi ha firmato". Secondo il presidente della Lombardia, "come conseguenza ci sarà non una riduzione delle tasse ma, temo, un aumento delle tasse da parte delle Regioni perché questi tagli, soprattutto nella sanità, sono insostenibili".
MARINI (UMBRIA) - "E' tecnicamente impossibile prevedere questi tagli senza incidere per il 70% sulla sanità: dei 4 miliardi di tagli, 3 saranno sulla sanità. Il resto ricade sul trasporto pubblico che si basa sulle entrate delle Regioni: non si regge tecnicamente. Con la rettifica fatta in Finanziaria non si vuole dire la verità: questi tagli sono su sanità e trasporti". Così il presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, in conferenza stampa.
ZINGARETTI (LAZIO) - "Siamo chiamati a finanziare scelte politiche non nostre ma prese dal Governo, legittime, ma non richieste dall'Unione europea". Così il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. "Finalmente il Lazio è alla vigilia dell'uscita dal commissariamento della sanità - ha aggiunto - e della riduzione di Irap e Irpef ma se passassero questi tagli vedrebbero vanificata possibilità di abbassare le tasse. Così si rompono i rapporti istituzionali, è un metodo di assunzione di decisioni che entrano nel vivo della carne”.
“Dobbiamo uscire da un equivoco: dietro la parola taglio ai trasferimenti alle Regioni e agli enti locali si celano tagli ai servizi per i cittadini, sicuramente tagli alla sanità: per alcune Regioni ciò significa crescita di Irpef e per altre di non abbassare tasse che erano già preventivate più basse. Bisogna tenere un principio di maggiore rispetto", ha continuato Zingaretti.
"Semplice abbassare le tasse con i soldi degli altri. Le Regioni sono chiamate ora a condividere il raggiungimento di obiettivi di finanza pubblica dettati dall'Ue, a finanziare scelte che non abbiamo preso noi ma il governo". È come se "vi invito tutti a pranzo e anche a cena, faccio bella figura, ma paga qualcun altro", ha concluso il presidente del Lazio.
ROSSI (TOSCANA) - "Non tornano i conti: se proiettiamo questi dati nella mia regione si tratta di 400 milioni di tagli. A meno che non si taglia la sanità, bisogna azzerare gli altri servizi ed io i soldi per l'emergenza idrogeologica, per fare solo un esempio, non vorrei tagliarli...". Così il governatore della Regione Toscana, Enrico Rossi, al termine della conferenza stampa delle Regioni nella sede di via Parigi, a Roma. "Se si va avanti con questa politica - ha concluso - il Patto per la sanità viene meno tre volte".
ZAIA (VENETO) - "A Pinocchio stavolta il naso si è allungato a dismisura perché i tagli sono solo lineari, senza rispetto per le Regioni virtuose e i loro eroici cittadini. Lo scopriremo quando avranno la bontà di farci sapere quali sono le coperture della manovra, a cominciare da come tagliano l'Irap, cosa che chiedo da ben prima di Renzi, senza tagliare la sanità, scelta aberrante che finirà per ricadere proprio su imprese e cittadini che si vorrebbero agevolare". Così il presidente del Veneto Luca Zaia.
Cottarelli, incalza il Governatore, "è stato letteralmente delegittimato e nulla si ritrova di una spending review seria, che dovrebbe imporre di tagliare dove si spreca, non dove si produce e si amministra con oculatezza. Nulla di tutto questo: chi paga una siringa 10 volte tanto che in Veneto continuerà a farlo, chi paga un pasto in ospedale come al ristorante di lusso invece che con i nostri 8 euro continuerà così, chi ha 22 mila continuerà ad averli. E' una situazione demenziale, anche perché per far bella figura il governo ha pensato bene di usare i soldi degli altri, cioè delle Regioni".
LA DIFESA DI PADOAN - “La legge di stabilità punta a voltare pagina e creerà più lavoro”. Il ministro dell'Economia parla all'indomani del varo delle misure ed esclude categoricamente che possano produrre deficit: “Invece lo riduciamo gradualmente pur in un contesto di recessione”. E sul pressing agli enti locali: “Le Regioni potrebbero aumentare le tasse. Saranno i cittadini a valutare”.
IL TWEET DI RENZI - "Incontreremo i presidenti di regione. Ma non ci prendiamo in giro. Se vogliamo ridurre le tasse, tutti devono ridurre spese e pretese". Così il premier Matteo renzi risponde alle Regioni.
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Legge di stabilità, monta la rabbia delle Regioni
Zingaretti: "Facile abbassare tasse con soldi degli altri"
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