cronaca

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L'ex ministro Claudio Scajola, accompagnato dal suo avvocato Giorgio Perroni, è arrivato al Tribunale di Reggio Calabria dove inizia il processo nei suoi confronti per i presunti aiuti alla latitanza di Amedeo Matacena, condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa. Scajola si è limitato a salutare i cronisti con un ''buon giorno'', anche perché, ha spiegato Perroni, è in regime di arresti domiciliari e non può parlare.

Scajola è imputato per procurata inosservanza della pena nei confronti di Matacena in quanto, secondo i magistrati della Dda reggina che hanno coordinato le indagini, si sarebbe attivato per far trasferire l'ex deputato di Fi da Dubai, dove si trova attualmente, in Libano, ritenuto un Paese più sicuro per evitare l'estradizione. Insieme a Scajola sarà processata con rito ordinario la segretaria di Matacena, Maria Grazia Fiordalisi. Non ci sarà, invece, la moglie di Matacena, Chiara Rizzo, che sarà processata in abbreviato insieme all'ex segretaria di Scajola, Roberta Sacco, e il factotum di Matacena, Martino Politi.

La difesa di Claudio Scajola ha chiesto al Tribunale di Reggio Calabria di chiamare a deporre anche Amin Gamayel, ex presidente del Libano. Oltre a lui la difesa dell'ex ministro intende chiamare a deporre Vincenzo Speziali, il faccendiere residente in Libano che sarebbe legato a Gemayel oltre a Sergio Billé, ex presidente di Confcommercio. Complessivamente sono circa 220 i testi chiamati a deporre da accusa e difesa, tra i quali figurano 160 tra funzionari e agenti della Dia.