cronaca

L'inchiesta era deflagrata nel 2012
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Indagini chiuse per l'inchiesta su un giro di tangenti ed estorsioni ai danni di imprenditori per i lavori al polo tecnologico degli Erzelli. Il pubblico ministero Alberto Lari ha inviato gli avvisi di conclusione indagini a 19 persone accusate, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, estorsione aggravata, false fatturazioni e riciclaggio. E' stato stimato dall'accusa che il giro di tangenti superava il milione.

L'inchiesta era deflagrata nel 2012 e aveva portato all'emissione di quattro misure cautelari (due in carcere e due ai domiciliari) per tre ingegneri e un imprenditore: Enrico Casaretti, 44 anni, direttore tecnico di Aurora Costruzioni; Giuseppe Luperto, 40 anni, che aveva il ruolo di responsabile della manutenzione degli impianti; Carlo Azzaretti Fumaroli, 40 anni, responsabile delle opere di urbanizzazione e l'imprenditore Roberto Accinelli.

Secondo gli inquirenti, i quattro avevano creato un vero e proprio 'cartello' che controllava gli appalti per la costruzione del polo. In pratica le ditte non potevano lavorare all'interno dell'area se non pagavano tangenti. Mazzette venivano chieste anche per la firma dello stato di avanzamento lavori necessari per i pagamenti. Con i soldi estorti agli imprenditori, i quattro facevano vacanze in posti esotici, compravano champagne e cibo costoso.

Tra gli imprenditori indagati anche Gino Mamone, finito in carcere due settimane fa nell'ambito dell'inchiesta su un giro di escort in cambio di appalti per la gestione dei rifiuti. Nell'inchiesta sugli Erzelli, condotte dai carabinieri del nucleo investigativo, Mamone è accusato di truffa insieme alla moglie Ines Capuana. Secondo l'accusa, l'imprenditore ''con artifizi e raggiri gonfiavano l'ammontare dei lavori svolti e inducevano in errore la società Genova High Tech, facendosi pagare 90 mila euro in più''.