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Sono accusati di aver falsificato o reso più semplici i controlli sui carichi di materiale ferroso potenzialmente radioattivi che sostavano nel porto di Genova nelle apposite aree del Sech e del Vte.

Per questo i carabinieri del Nucleo Ecologico di Genova hanno tratto in arresto tre imprenditori portuali che avrebbero dovuto fare svolgere questi accertamenti. I tre imprenditori che sono responsabili di una ditta che si occupa di servizi per gli spedizionieri insieme ad altri tre professionisti sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al falso e all'omessa cautela sui luoghi di lavoro.

Perquisizioni e controlli sono in corso in queste ore presso alcuni uffici di aziende del porto di Genova.

Con una nota, l'Autorità portuale di genova è intervenuta sull'acaduto, auspicando che "sia fatta piena luce per appurare ogni responsabilità in merito alle indagini in corso sul controllo dei carichi a rischio in entrata e in uscita da alcuni terminal, verificando sin da subito come agire per tutelare la sicurezza e l’immagine del porto e degli operatori onesti".

"L’Autorità e la comunità portuale - si legge nella nota -  sono parte lesa in questa vicenda che, se confermata nella misura in cui emerge dagli articoli di giornale di questa mattina e dalle prime ricostruzioni del Noe, rappresenta un gravissimo e vergognoso episodio. Per di più visti i grandi sforzi e i grandi risultati che la stessa comunità sta compiendo e ottenendo sul campo della velocizzazione delle procedure burocratiche di sdoganamento e dell’intensificazione concreta dei controlli".

"I fatti descritti dalle indagini - prosegue la nota dell'Autorità portuale - sarebbero ancor più vergognosi considerando che i controlli radiometrici sono stabiliti e praticati con grande impegno in tutti i terminal genovesi a tutela dei lavoratori portuali e dei consumatori. Serve fermezza, tutti devono sapere che nel Porto di Genova non c’è e non ci dovrà mai essere posto per chi tenta di aggirare le norme e si rende responsabile di gravi irregolarità".