
"La nostra azienda, al 100% del Comune di Genova, ha 155 milioni di fatturato a livello di gruppo, oltre 1.600 dipendenti, quasi 700 mila abitanti serviti, è il primo operatore dei rifiuti in Liguria", ha sottolineato Castagna. "Un fatturato diviso il numero di dipendenti da 90 mila euro pro capite non sta in piedi, non attrae investimenti privati, il valore aggiunto è troppo poco, il piano industriale di Amiu è insoddisfacente", gli ha ribattuto Zampini.
"Il Comune di Genova deve portare avanti una privatizzazione delle società pubbliche, per migliorare l'efficienza diminuendo i costi per l'utenza", ha aggiunto. Il presidente di Amiu Castagna non ha escluso l'ingresso di soci privati nella compagine societaria: "Ci servono 100 milioni di euro per realizzare i nuovi impianti per lo sviluppo, 70 milioni per rimettere in sicurezza Scarpino, l'azienda non li ha. Li possiamo trovare o attraverso un aumento della Tari, non credo, o con fondi pubblici, non credo, o grazie all'apporto di soggetti privati".
"Potrebbe esserci o un partenariato pubblico-privato con una newco dedicata agli impianti, la vendita di una parte di Amiu, o attraverso fondi europei e investitori di lungo termine come la Banca europea per gli investimenti - ha continuato Castagna - l'azionista Comune ci deve indicare in tempi brevi quale strada perseguire? Sono convinto che lo farà".
Confindustria ha criticato la scelta del piano regionale dei rifiuti di "escludere nuovi inceneritori in Liguria". "E' una scelta della Regione Liguria, ci vorrebbero tre-quattro anni per cambiarla, ma anche Amiu punta a un'economia circolare, a trasformare i rifiuti in risorse", ha evidenziato Castagna ammettendo che "all'azienda costerà 100 mila euro al giorno dover portare fino a maggio-giugno 2015 i rifiuti genovesi nell'inceneritore di Torino perché gli impianti della Lanterna sono fuori legge".
IL COMMENTO
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