cronaca

Due tragedie
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E' di un uomo di 54 anni di Ventimiglia, Antonino Sparacino, con precedenti per tossicodipendenza, il corpo trovato nel pomeriggio su una scogliera del Porto Vecchio, di Sanremo. La vittima, che era vestita, presentava ferite sugli arti superiori e sul capo, che potrebbero essere state causate dalla caduta sugli scogli. Sul caso stanno indagando i carabinieri della locale compagnia. Da una prima perizia medico legale non è ancora possibile escludere la morte per cause violente. Sarà, dunque, necessario attendere l'autopsia. Sparacino era stato dato per scomparso a inizio mese.

IL BIMBO AFFOGATO DALLA MAMMA -
A Bussana intanto le speranze si affievoliscono ora dopo ora ma sono iniziate nuovamente le ricerche del piccolo Semyon, il bimbo russo scomparso nella notte tra mercoledì e giovedì a Bussana, a pochi chilometri da Bordighera.

Dopo una prima fase di choc, la madre Natalia Sotnikova ha confessato al procuratore aggiunto, Grazia Pradella, che ha deliberatamente voluto uccidere suo figlio. La confessione della donna, secondo i pm, "è stata chiara, lucida e particolareggiata. Secondo le prime ricostruzioni avrebbe nuotato per alcuni metri e, quando si è accorta che il bambino non respirava ha sganciato il marsupio e l'ha lasciato andare".

“L’HO UCCISO PER NON FARLO SOFFRIRE” - Questo evento apparentemente inspiegabile è stato così giustificato dalla donna: “Ero convinta che il piccolo soffrisse di epilessia come la nonna, così ho deciso di “non farlo soffrire” e di portarlo in mare”. Una ricostruzione da brividi che, allo stesso tempo, fa però intuire la lucidità della donna in quei momenti. Una volta uscita dall’albergo ha preso l’auto e si è diretta verso Bussana. Qui lei stessa avrebbe deciso di morire, gettandosi in acqua con il piccolo addormentato dentro il marsupio: dopo aver nuotato per circa cento metri, però, la donna si è disfatta del figlio tornando a riva, per poi rientrare nell’albergo.

PERICOLO DI FUGA - Il fermo di Natalia Sotnikova che si è reso necessario anche perché "sussisteva il pericolo di fuga, avendo la donna e suo marito possedimenti in Slovenia e una disponibilità economica importante". Lo ha detto il procuratore aggiunto Grazia Pradella durante la conferenza stampa al comando provinciale dei carabinieri di Imperia, la quale ha anche poi aggiunto che la donna “è apparsa molto lucida e determinata nel raccontare quanto è successo, ricostruendo senza alcuna reticenza i suoi movimenti nella notte incriminata. Tra l’altro ha affermato non solo che il bambino doveva morire ma che, inizialmente, voleva uccidersi ma poi non l’ha fatto perché voleva vedere suo marito per l’ultima volta”. Per questo è tornata in albergo dove l'uomo, sposato qualche tempo fa in Florida (Usa), ancora dormiva. Natalia ha atteso che si svegliasse e gli ha raccontato quanto accaduto e l'uomo ha chiamato il 112 facendosi aiutare da un dipendente dell'albergo di lingua russa. "E' apparso molto scosso - hanno detto gli inquirenti - molto più di quanto non fosse la madre che ha sempre mantenuto la propria lucidità".