Era bellissima. So perfettamente che parlando di un artista, uomo o donna che sia, non si dovrebbe partire da un giudizio puramente estetico, ma nel caso di Virna Lisi, all’anagrafe Virna Pieralisi, è difficile trovare un altro incipit. Una bellezza straordinaria sulla quale il tempo sembrava fosse passato semplicemente come una carezza, sfiorandola con affetto e guardandosi bene dal violentarne l’immagine. Di suo, negli anni, aveva aggiunto l’assoluta mancanza del ricorso alla chirurgia estetica come invece fanno stoltamente molte sue colleghe, anche le più belle. Così, perfino le rughe hanno finito per darle ragione.
Detto questo, con lei scompare una delle più grandi attrici italiane di sempre, anche se a molti l’affermazione potrà sembrare eccessiva. D’altronde, non si vince un premio per la migliore interpretazione femminile a Cannes per caso, nel 1994 per ‘La regina Margot’, una delle sole cinque italiane - dopo Isa Miranda, Giulietta Masina, Sophia Loren e Ottavia Piccolo - ad ottenere questo prestigiosissimo riconoscimento internazionale. Senza contare un Cesar, due David di Donatello e altri due alla carriera e sei Nastri d’argento. Ma se i premi non bastassero, a conferma del talento e della personalità vengono anche i clamorosi ‘no’ che pronunciò nel corso di una carriera durata quasi sessant’anni: non volle essere una bond-girl in ‘007 Dalla Russia con amore’, ruolo per il quale venne comunque scelta un’altra italiana, Daniela Bianchi; non volle essere ‘Barbarella’ nel celeberrimo film di Vadim che poi diede il ruolo a Jane Fonda; non volle posare nuda per la copertina di ‘Playboy’ come le venne supplicato dallo stesso Hugh Hefner. E scusate se è poco.
‘Con quella bocca può dire ciò che vuole’: è la frase, pronunciata in un celebre Carosello che promuoveva una nota marca di dentifricio, con cui nel 1958 entrò nelle case degli italiani turbando con il suo sorriso l’adolescenza di un’intera generazione di giovani. Aveva 22 anni, e alle spalle già 19 film in ruoli sia comici che drammatici, dallo ‘Scapolo’ di Pietrangeli con Alberto Sordi a ‘La donna del giorno’ di Maselli, caratteristica che diventerà il segno distintivo di tutta la carriera.
In quegli anni in televisione la ritroviamo, al di là di Carosello, in ‘Orgoglio e pregiudizio’, ‘Ottocento’ e ‘Una tragedia americana’, diretta da mostri sacri del tempo come Anton Giulio Majano e Daniele D’Anza. E se non si fece mancare neppure il teatro, con Strehler e Squarzina, fu nel cinema che trovò una personalissima dimensione, non solo in Italia. Al di là delle Alpi lavorò accanto a Jeanne Moreau in ‘Eva’ di Jospeh Losey e Alain Delon nel ‘Tulipano nero’ ma fu anche una delle pochissime italiane ad essere chiamata da Hollywood. Qui suoi partner furono attori del calibro di Jack Lemmon (‘Come uccidere vostra moglie’), Tony Curtis e George C. Scott (‘Due assi nella manica’) e perfino Frank Sinatra (‘Assalto al Queen Mary’) che –si dice – si innamorò di lei, e non si fa fatica a crederlo.
Ma tra Virna Lisi e Hollywood l’amore non scattò: là cercavano una bambola sexy, una ‘dumb blonde’ che facesse dimenticare Marilyn, non un’attrice vera. Lei era di un’altra pasta, tanto che – pagando persino una considerevole penale – stracciò il contratto con la Paramount e se ne tornò in Italia dove ha continuato fino alla fine a dividersi tra cinema e televisione, diradando magari i suoi impegni ma neppure tanto. Gli ultimi, ‘Madre aiutami’ per il piccolo schermo, e il set di ‘Latin lover’ diretta da Cristina Comencini.
Resta infine da ricordare la storia d’amore che la legò per più di cinquant’anni allo stesso uomo, l’architetto Franco Pesci, scomparso poco più di un anno fa, evento che per chi si trova intrappolato nel tritatutto dello star system è davvero raro. Ma lei, nello star system, aveva scelto la posizione defilata di chi dà più importanza alla famiglia che a tutto il resto. Una delle pochissime antidive del cinema italiano.
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Virna Lisi, l'antidiva che Hollywood cercò di trasformare in Marilyn
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