“Fare una proroga di sette giorni, per rimanere nell’ambito dei conti 2014, e in questi sette giorni fare esattamente i conti dei contribuenti a cui andrebbe riconosciuto il beneficio di rinviare il pagamento delle tasse, attingendo all’elenco delle richieste danni pervenute alla Camera di Commercio di Genova”.
La proposta arriva dal senatore Maurizio Rossi, che siede nel Gruppo Misto-Liguria Civica, e che racconta di aver trascorso la domenica attaccato al telefono, a parlare della questione principalmente con il presidente del gruppo Pd al Senato, Luigi Zanda. Ma non solo.
“Da Roma ho avuto notizia che il problema della proroga – chiarisce Rossi - consiste in un braccio di ferro con l'Europa, in quanto l'importo delle tasse che si dovrebbero spostare nel 2015 andrebbe ad incidere sul Patto di Stabilità. Il governo non conosce l’importo dell’introito al quale dovrebbe rinunciare nel 2014, temendo che la cifra sia particolarmente consistente. Io ho spiegato a Zanda, di cui desidero sottolineare la sempre cordiale e fattiva disponibilità, che si dovrebbe solo autorizzare la proroga a coloro che hanno fatto richiesta di rimborso, elenco che in Regione Liguria è ben chiaro grazie allo straordinario lavoro della Camera di Commercio e del tavolo della piccola impresa. Per questa ragione, se l’Ue è così rigida anche per un’emergenza di nostri concittadini così provati dagli eventi, si potrebbe oggi decidere la proroga di una settimana, durante la quale accertare con precisione l'entità della somma da trasferire sui conti del 2015. Io credo che siano pochi milioni, comunque in questo modo ci sarebbe il tempo di fare i calcoli senza sforare, per ora, il limite del 31 dicembre”.
Rossi si scaglia poi contro l’iniziativa assunta dai senatori del Pd Caleo e Vattuone, con un ordine del giorno che impegnava il governo a una proroga sino a febbraio. “Io credo – sostiene il parlamentare del Gruppo Misto-Liguria Civica - che la proroga dovrebbe essere ben più lunga. Per il Governo non cambierebbe assolutamente nulla in quanto se il problema è l’anno di competenza dell’incasso, una volta scivolati nel 2015 si può arrivare tranquillamente almeno a maggio, come abbiamo chiesto in diversi parlamentari, compresi alcuni altri del Pd. Ma si può fare anche di più, se il beneficio riguarderà, come credo sia giusto, solo i contribuenti che hanno subito dei danni e non indistintamente tutti coloro che risiedono nel Comune di Genova o in quelli colpiti dagli eventi alluvionali”.
Ma Rossi va oltre. Se la prende con i ministro Orlando e Pinotti (“mi pare non abbiano capito esattamente la dinamica di ciò che sta accadendo”) e lancia quasi un invito allo “sciopero fiscale”. Affermando: “Se fossi io non pagherei, aspettando una risposta chiara dal Governo. Quello che si rischia, se le cose andranno male, è una sanzione del 3%. Essendo la scadenza oggi, entro i prossimi 15 giorni si pagherebbe lo 0,2% giornaliero dell’importo, arrivando a un massimo del 3% che rimarrebbe tale a condizione di pagare entro la presentazione della dichiarazione dell’anno successivo, quindi entro il 30 settembre 2015, ma con l’aggiunta dell’interesse dell’1% su base annua. Questo è il mio pensiero, ma ovviamente ognuno deve decidere secondo le proprie considerazioni e la propria condizione. Resta l’amarezza per una situazione che il Governo avrebbe dovuto evitare a tutti i costi”.
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Tasse alluvionati, la proposta di Rossi: "Una settimana di proroga per fare i conti e bloccarle"
Il senatore del Gruppo Misto-Liguria Civica
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