
Ecco il passo dell’articolo: “Mi sarei dimesso dal Pd anche se avessi vinto, anche se capisco che è facile dirlo dopo avere perso, racconta il “cinese”, seduto sul sofà della sua casa genovese, tre passi dalla stazione ferroviaria Brignole, in un pomeriggio che finalmente sembra inverno e non la macaja maledetta che ha ammorbato anche la stagione dei veleni a sinistra di una politica che sembra sempre più malata. “La mia scelta è stata per ragioni etiche e politiche non certo perché ho perso” spiega senza neppure indignarsi troppo, ma mostrando il messaggino Sms che gli ha spedito Deborah Serracchiani, la superdirigente Pd, che gli ha sparato addosso per prima quell’accusa di non saper perdere e che via sms gli chiede scusa, ammettendo di avere sbagliato, quando in pubblico e di fronte a tutto il Pd tratta l’ex segretario generale della CGIL all’inizio del Millennio come un bambino che batte i pugni, rompe il giocattolo perché l’amichetto glielo ha portato via”.
L’intervista di Manzitti ripercorre un po’ tutta l’intera vicenda, ma c’è un altro passaggio inedito, laddove si legge: “Suvvia Cofferati, perché non confessa che lei si metterà a capo di un nuovo partito? Sergio Cofferati risponde con un po’ di sarcasmo: “È dai tempi della Cgil che mi attribuiscono questa intenzione. Dicevano che volevo fondare il partito del lavoro….. Non fondo nessun partito, aspetto le evoluzioni di questa situazione così complicata. Aspetto anche la conclusione della vicenda delle Primarie liguri, perché sono convinto che succederà ancora qualcosa……”. Che sia anche un po’ mefistofelico il “cinese”, nel senso proprio del termine di chi aspetta che il cadavere del suo nemico passi sul fiume? Lui ti risponde raccontando dell’ultima volta che ha sentito Renzi, appunto il suo “nemico”, ben prima che tutto questo succedesse. “È stato all’epoca dello scontro duro tra lui e la Cgil, delle accuse violente, dei toni pesantissimi. Ho scritto a Giorgio (Napolitano) e gli ho chiesto di intercedere perché i toni almeno si abbassassero. Ho saputo che il presidente aveva subito spedito la lettera a Renzi. E sapete quando lui si è fatto vivo? Proprio la mattina della grande manifestazione dello sciopero generale mi ha telefonato……Che sensibilità. Poi non l’ho mai più sentito.” Rimane ancora molto in gola al Cofferati dello strappo più grande che i postcoministi, diventati alla fine Partito Democratico, hanno subito almeno sul piano delle rotture personali. “Quando ho incominciato a schierarmi nella campagna per le Primarie sono stato molto leale. Guerini mi aveva chiesto di non trasformare la contesa ligure in un caso nazionale. E sono stato fedele anche se avrei potuto entrare in temi caldi come il jobs act, verso il quale la mia lunga storia personale e professionale mi portava eccome…..Sono loro che hanno fatto della Liguria un caso nazionale, massacrando le Primarie, distruggendo uno strumento democratico. E ci proveranno ancora, me lo aspetto, per esempio in Veneto.”
Interessante, infine, il passaggio sui temi nazionali ed europei, nel suo pezzo su “blitz quotidiano” Manzitti scrive partendo così: "Già, ma le grandi emergenze nazionali, quelle che possono rimpicciolire la vicenda ligure, seppure oggi ingigantita dal caso Cofferati, come le vede lui che, improvvisamente, viene proiettato di nuovo su una ribalta nazionale, dove non ci sono embarghi regionali, ma anzi posizioni nuove di leader a tutto tondo? “Il Quirinale sarà un grande banco di prova, anche perché le convergenze tra Forza Italia e Pd sono molto più difficili del previsto: il profilo del candidato ideale potrebbe non suscitare convergenze concrete e quindi si potrebbe dover ricorrere a schieramenti inediti, con le conseguenze del caso. Anche l’Europa è alla vigilia di scelte-chiave. Se in Grecia vince Tsipras e allora tutto può cambiare, perché il leader greco ha già annunciato che lui non vuole uscire dall’euro, ma vuole nuove regole di ingaggio. E allora l’Ue non potrà procedere, come ha fatto con noi, con questa finta flessibilità in cambio di una maggiore tolleranza sul debito. Tsipras chiederà di negoziare diversamente non sul debito, ma sulle regole, che valgono per tutti…….”
IL COMMENTO
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