cronaca

20 famiglie ancora parzialmente isolate a Campo Ligure
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Da tre mesi gli abitanti di Campo Ligure che vivono in località Mongrosso sono ancora parzialmente isolati da una vasta frana, crollata sulla strada che collega le loro case al centro del paese. Alcuni di loro sono stati ricevuti dal sindaco, Andrea Pastorino, e dal responsabile dell'ufficio tecnico, Enrico Oliveri. Subito dopo il crollo della frana, l'emergenza era stata arginata grazie all'intervento dell'esercito, arrivato in Valle Stura a seguito dell'alluvione del 10 ottobre, poi la buona volontà di tutti ha fatto il resto.

I residenti si sono rimboccati le maniche per ripristinare e rendere agibile l'ex mulattiera che passa sotto l'A26. E' quella l'unica via percorribile per scendere in paese: un percorso accidentato che con pioggia e neve può essere attraversato solo con gli scarponi ai piedi. Anche le azioni quotidiane costituiscono un problema: non è facile portare la spesa a casa, non è facile portare i bambini all'asilo. Servono bombole del gas, sacchi di pellet, mangime per animali e non sempre è possibile trasportarli su per il sentiero.

L'incontro è stato utile per chiarire i prossimi obiettivi. Il progetto per il ripristino di via Mongrosso c'è, ma costerà un milione di euro: “Per ora è stato riconosciuto lo stato di somma urgenza solo per la parte superiore della frana, partiremo da lì”, dice Oliveri. Se le condizioni climatiche lo consentiranno, i lavori dovrebbero terminare a maggio: per ora bisogna aspettare che la neve si sciolga e il terreno si asciughi. Con l'inizio dei lavori, verrà creata una pista di cantiere nella parte inferiore della frana,  che permetterà il passaggio alle auto, ma solo in casi di emergenza.

Finora le venti famiglie che abitano nella zona isolata hanno usato le proprie risorse per rendere vivibile la situazione. Dopo la nevicata di martedì scorso hanno ripulito la strada e il sentiero, ma manca il sale, manca la ghiaia. Avrebbero preferito sentire le istituzioni più vicine: “Perché non venite mai a vedere come viviamo?” è la domanda ricorrente, dal canto loro sindaco e tecnici scuotono la testa: “Abbiamo tre operai e due motocarri, non possiamo essere ovunque. Vi possiamo fornire il materiale, ma non la manodopera”. Tutto finisce in una stretta di mano, ma all'uscita dal municipio ci sono solo facce sconsolate.