economia

Liguria spaccata in due sulle tariffe
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Spazzatura co bollette sopra la media, acqua 'economica' nel Ponente. L’Osservatorio Regionale Tariffe, realizzato da Unioncamere Liguria in collaborazione con Ref Ricerche, ha reso noti i risultati relativi alla ricognizione fatta sulle tariffe pagate dalle famiglie e dalle piccole e medie imprese localizzate nei 52 comuni liguri con più di 5mila abitanti, con particolare riguardo ai rifiuti solidi urbani e al servizio idrico .

In generale il posizionamento dei capoluoghi liguri è sfavorevole rispetto agli altri capoluoghi italiani. Nella graduatoria nazionale Genova, Savona, Imperia e La Spezia tendono a collocarsi oltre la media, confermandosi tra le città più care per il costo del servizio. Tra i fattori che influenzano l’alto livello della spesa media, sicuramente incide l’organizzazione del servizio soprattutto in termini di raccolta differenziata e soluzioni impiantistiche per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti. In Liguria la raccolta differenziata è infatti di poco superiore al 30% (unica regione settentrionale al di sotto della media nazionale pari al 42%) e la quantità di rifiuti smaltiti in discarica è superiore al 70% (40% a livello nazionale).

Stando allo studio di Unioncamere, l’introduzione nel 2014 della Tari ha determinato una redistribuzione del carico sulle diverse utenze, in virtù del principio comunitario “chi inquina paga”: l’impatto è stato più rilevante per le famiglie numerose e per quelle tipologie di attività, come il ristorante, alle quali è associata una producibilità presunta di rifiuto più elevata, mentre ne hanno beneficiato i nuclei monocomponenti ed altre categorie di attività economica, dal parrucchiere all’albergo. Forti rincari, infine, nei Comuni che nel 2013 ancora applicavano la TARSU, la vecchia tassa rifiuti che non prevedeva l’obbligo di copertura integrale dei costi.

Anche nel caso del Servizio Idrico Integrato, l’analisi delle tariffe applicate a famiglie e imprese, svolta da Unioncamere su un campione di Comuni liguri rappresentativo di oltre 1,3 milioni di abitanti, mostra una discreta variabilità della spesa. Dal punto di vista territoriale la regione è spaccata in due: le province di Genova e La Spezia registrano livelli di spesa sostanzialmente allineati alla media italiana, mentre Savona e Imperia si posizionano ben al di sotto del dato medio nazionale. Queste differenze sono interamente riconducibili al diverso regime tariffario applicato prima dell’approvazione del Metodo Tariffario Idrico de dicembre 2013. Per il 2014 le informazioni attualmente disponibili riguardano esclusivamente l’Ato Genova e l’Ato La Spezia, che hanno deliberato rispettivamente un aumento del 6,5% e del 6,7% rispetto al 2013.