Voleva ricostruire una 'banda'. Sarebbe stato questo l’obiettivo di Marietto Rossi, il pluripregiudicato di 60 anni arrestato venerdì scorso dagli uomini della squadra mobile di Genova nell'ambito di un'indagine sul traffico di armi e di droga e per l'omicidio di Giovanni Lombardi, 40 anni, incensurato e presunto trafficante di cocaina. Ne sono convinti gli investigatori tra il materiale sequestrato a Rossi hanno trovato armi, droga e due ordigni già confezionati. Sono in corso le comparazioni e gli esami balistici per capire se le armi abbiano già sparato in altre occasioni e se l'esplosivo sia simile a quello utilizzato, per esempio, per assalti ai bancomat.
Marietto Rossi ha confessato l'omicidio del corriere della droga. L’uomo è stato arrestato mentre scavava la fossa per nascondere il cadavere insieme ad altri due complici, a Levaggi nel Levante di Genova. La confessione è avvenuta in modo informale davanti ai poliziotti che lo hanno arrestato. "Sono stato io a sparare a Lombardi, ho fatto tutto da solo. Mi prendo le mie responsabilità - ha detto agli investigatori Rossi assistito dall'avvocato Raffaella Multedo - come ho sempre fatto".
Cosimo Salvatore Catalfamo, messinese residente a Chiavari, 52 anni, e Mario Umberto Calderoni, 50 anni, rapallese, residente a Carasco, assistiti dall'avvocato Claudio Zadra, invece negano l'omicidio. Gli interrogatori non sono stati ancora fissati, ma con ogni probabilità i tre verranno sentiti tra martedì e mercoledì. Tutti e tre, che adesso si trovano nel carcere di Marassi, sono accusati di concorso in omicidio volontario, occultamento di cadavere e porto abusivo di arma.
Tra gli arrestati figura anche il capo degli ultras del Genoa Massimo Leopizzi, già indagato per l'inchiesta della procura di Cremona sul calcioscommesse. Secondo quanto riferito dal difensore di Leopizzi Stefano Sambugaro, il suo assistito "non rientra nell'indagine sull'omicidio di Lombardi. Il nome di Leopizzi è saltato fuori in una intercettazione telefonica ed è stato arrestato solo per il possesso di una pistola illegale che gli hanno trovato a casa".
LA DINAMICA - Lombardi è stato ucciso in macchina con quattro colpi di pistola, tre al torace e uno in faccia, mentre consegnava a Marietto Rossi due chili di cocaina purissima. Poi, Rossi insieme ai due complici Cosimo Salvatore Catalfamo e Mario Umberto Calderoni avrebbero messo il corpo di Lombardi dentro l'auto e avrebbero cercato di seppellirlo in un terreno privato.
CHI E’ MARIETTO ROSSI - Marietto Rossi era il capo della cosiddetta banda degli ergastolani che gestiva i videopoker a Genova insieme alla famiglia siciliana dei Fiandaca. Nel 1976 la banda partecipa al sequestro di Sara Domini, della famiglia Geloso, allora re dei registratori, poi liberata dopo il pagamento di un riscatto di due miliardi di lire.
IL RICORDO DI SANSO’ - “Mi diressi a Zoagli e dopo 3 ore riuscì a individuare il covo dove era stata tenuta prigioniera Sara Domini: c’erano vestitini, fumetti.Fu uno scoop notevole il Secolo fu il primo in assoluto a uscire con le immagini del covo dove era stata tenuta prigioniera Sara Domini”: questo il ricordo di Sandro Sansò, scrittore ed ex giornalista del Secolo XIX, che raccontò i dettagli del rapimento di Sara Domini, che nel 1976, a soli quattro anni, era stata rapita dalla banda di Rossi.
cronaca
Omicidio nel Levante, Marietto Rossi voleva ricomporre una banda
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