L'ing. Mauro Moretti può trionfalmente annunciare che la cessione di Ansaldo Sts (e Ansaldo Breda) a Hitachi rappresenta per Finmeccanica “una tappa importante nella realizzazione del Piano industriale che mira a focalizzare e rafforzare il Gruppo nel core business hi-tech Aerospaziale, Difesa e Sicurezza”. Può inoltre annunciare con compiacimento che le operazioni consentono di “ridurre significativamente il debito netto” di Finmeccanica.
Ha ragione di essere soddisfatto perché è riuscito in poco tempo a completare un disegno che viene da lontano, di matrice Mc Kinsey, che ha sempre considerato gli asset del settore Civile del Gruppo come non strategici e da cedere al miglior offerente per far cassa e alleggerire il debito della finanziaria a favore degli investimenti nel Militare-Aerospazio.
L'assioma strategico di Mc Kinsey è stato seguito, con maggiore o minore intensità e alterna fortuna, da tutti i diversi manager che si sono avvicendati da più lustri al vertice Finmeccanica. D'altra parte cambiavano i manager con grandi rivendicazioni di autonomia e indipendenza rispetto ai predecessori ma il consulente rimaneva sempre lo stesso e in questo momento Mc Kinsey opera in stretta vicinanza anche col governo. Ora finalmente il progetto è stato realizzato e saranno i posteri a verificarne le virtù salvifiche che fanno parte degli assunti.
Quel che si può dire è che non solo Finmeccanica ma l'Italia è uscita da due comparti fondamentali e strategici dell'economia come i Settori Trasporti e Energia (dove quel che residua di proprietà italiana è di fatto molto volatile) e che il nostro è l'unico grande Paese europeo ad aver compiuto questa operazione. Straordinaria se noi siamo più furbi e avveduti degli altri, scellerata se siamo semplicemente il ventre molle dell'Europa dove tutti possono fare shopping around del nostro patrimonio industriale.
Alla realizzazione di questo disegno, buono o cattivo che sia, Genova ha dato un contributo decisivo. Infatti gli asset del Civile venduti per destinare risorse al Militare-Aerospazio sono in larga parte, se non esclusivamente, di provenienza genovese e ligure. Prima, a cavallo degli anni 80/90, Genova e la Liguria hanno pagato il risanamento degli asset ex IRI con tagli, ridimensionamenti, ristrutturazioni, privatizzazioni. Si può anche riconoscere che si è trattato di una cura dolorosa ma necessaria (costata alcune decine di migliaia di posti di lavoro e la sparizione di sedi di prestigiose società) ai fini di rendere competitive aziende in qualche caso decotte. Ma successivamente da queste macerie è emersa una grande azienda l'Elsag Bailey, la seconda società di automazione industriale del mondo, competitiva e quotata alla borsa di New York. Finmeccanica decise di vendere gli asset americani e tedeschi per fare cassa. Le risorse furono destinate in allora più che a salvare l'Ansaldo, come si disse, a salvare Finmeccanica e a consentirle di fare investimenti nel Militare-Aerospazio. Ad esempio Elsag fu aggregata alla romana Datamat e poi ricondotta in Selex. Per questa via nella società il Militare ha finito per prevalere sul Civile, rimasto residuale a Genova, e il baricentro decisionale e operativo si è spostato verso Roma.
Da queste macerie sono emerse a Genova, competitive e internazionali, anche Ansaldo Energia e Ansaldo Stos operanti esclusivamente nel Civile in comparti strategici per il Paese. Per anni queste aziende hanno assicurato utili alla capogruppo Finmeccanica e il loro valore patrimoniale è cresciuto enormemente consentendo alla Finanziaria di realizzare in più occasioni cospicue plusvalenze attraverso cessioni di quote azionarie. L'inviluppo di utili e plusvalenze si può misurare in miliardi di euro di cui Finmeccanica ha beneficiato e che ha pensato e pensa di investire nel Militare Aerospazio. Ad esempio acquisendo abbastanza di recente negli Usa la Società Drs costata intorno a 4 miliardi di euro che oggi vale assai meno di quanto investito.
Dice il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando che “se fossimo stati più oculati forse questi sacrifici non sarebbero stati necessari ma evidentemente un indebitamento troppo alto costringe a un'operazione di rientro molto significativa”. A chi si riferisce quel plurale attribuito alla mancanza di oculatezza? Alla Finmeccanica penso. Mentre i sacrifici riguardano, credo, la cessione delle aziende genovesi. Infatti Finmeccanica ha ridotto e riduce i debiti grazie alla vendita di aziende localizzate in Liguria, regione di cui Burlando è alla guida. Certo se l'assioma accettato è quello di disinvestire dal Civile per investire nel Militare-Aerospazio, questa conclusione è inevitabile. Ancor più ineludibile sarà vendere prossimamente a Genova i miseri resti del Civile di Selex Elsag.
Date le premesse, tutto consequenziale. Non capisco se Burlando sia il massimo esponente politico della Liguria o un commentatore finanziario. Capisco, invece, che quanto rimane a Genova di un patrimonio enorme di competenze competitive è e sarà ridotto a francobolli in mano a giapponesi, cinesi e non so chi altri. Prego signori si accomodino, noi genovesi siamo accoglienti e conosciamo bene le dure regole della finanza.
Se nel futuro vedremo ulteriormente ridimensionato il ruolo ormai al lumicino di quella che fu una grande città industriale, ce ne faremo una ragione e saremo comunque felici di aver contribuito in misura determinante allo sviluppo, lontano dalle nostre mura, del Militare-Aerospazio e indirettamente all'acquisto di un bel numero di F113. Realizzato, che diamine poteva mancare, da un ministro genovese. Più di così!?
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