cronaca

Mafia presta soldi aziende, se non pagano le rileva
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Aumentano progressivamente in tutta la Liguria i delitti relativi alle estorsioni e all'usura. Secondo i dati presentati stamani nel corso della giornata di formazione integrata su usura e racket delle estorsioni presieduta dal prefetto di Genova Fiamma Spena e dal prefetto Santi Giuffré, commissario straordinario del Governo antiracket e antiusura, in base a dati Sdi non consolidati, in Liguria nel 2014 sono 209 le denunce di estorsione contro i 156 del 2013 e 8 delitti di usura contro i 5 del 2013. I dati scorporati relativi alla provincia di Genova, anche questi non consolidati, parlano di 112 estorsioni nel 2014 contro le 79 del 2013 e 14 episodi di usura contro i 3 del 2013. Nelle altre province liguri è Imperia a avere il dato più alto di estorsioni (37 rispetto alle 35 del 2013), seguita da Savona (35 rispetto alle 24 del 2013) e La Spezia (25 contro le 16 del 2013).

Oltre alla riscossione del pizzo e all'estorsione "utilizzati come forma di provento dalla criminalità organizzata" esiste un'altra tipologia estorsiva usata dalla mafia, "una tipologia 'innovativa': estorcono alle aziende sotto ricatto quote partecipative fino a arrivare alla titolarità delle attività aziendali. "Ottenere in cambio di soldi prestati partecipazioni e infine titolarità di intere aziende - ha spiegato Giuffré - è la nuova frontiera dell'estorsione. Su questo fenomeno ci sono indagini in corso".

I dati sulle istanze presentate in materia di usura e estorsione "sono dopati dalle denunce di usura bancaria e contro Equitalia", ha detto il commissario straordinario. "In casi come questi però - ha detto Giuffré - manca l'elemento soggettivo del reato e quindi le istanze decadono". In provincia di Genova, su 12 istante presentate per accedere agli strumenti statali di sostegno, solo due si riferiscono a attività dei 'cravattari' e 10 all'attività di banche e di Equitalia.