
Luigi Leone ha scritto un pezzo sulla distribuzione commerciale che sembra parlare di dieci anni fa. Oggi le cose sono cambiate. Le aperture dei supermercati si contendono i modesti consumi di una popolazione in calo demografico. Negare l'impatto negativo dei supermercati sui piccoli negozi è irrealistico. L'apertura di grandi strutture di vendita, con parcheggi e facile accesso, devia inevitabilmente i flussi di clientela, mettendo in difficoltà i negozi tradizionali. La politica ha avuto un ruolo determinante in questo processo, favorendo l'apertura di centri commerciali a discapito del commercio locale. Un esempio lampante è il caso di Fiumara, che in soli 5 anni ha desertificato le vie del commercio di Sampierdarena, dimostrando come le scelte dell'amministrazione possano avere conseguenze devastanti sul tessuto commerciale locale. È un modello di sviluppo che ha già dimostrato i suoi limiti, con conseguenze sociali ed economiche per la città.
Il commercio elettronico imperversa e supera ogni barriera. Per poter affrontare correttamente questa materia bisogna conoscerla e aiuta aver vissuto le trasformazioni che hanno interessato il commercio. Dal decreto Bersani è stata avviata una liberalizzazione spinta anche sostenuta dai criteri di libera concorrenza ispirati dall’Europa. Non esiste un mercato senza regole! La mancanza di regole porta ai monopoli e i monopoli sono un problema per tutti.
Negli ultimi anni il legislatore europeo e italiano hanno finalmente compreso che esistono priorità diverse rispetto alla libera concorrenza e hanno stabilito che la sicurezza e il patrimonio artistico (ad esempio) sono risorse che rischiano di essere meno disponibili e vanno tutelate più della mera concorrenza.
Insieme a Paolo Odone siamo riusciti a contenere le grandi strutture di vendita sul territorio, e nonostante ciò i centri commerciali come Fiumara, come l’Aquilone o come Carasco hanno arrecato danni al tessuto sociale dei rispettivi territori. Lo stesso sta facendo Esselunga e noi continueremo a tutelare gli interessi dei nostri territori, in primo luogo la qualità della vita.
In questi anni abbiamo approvato moltissime ‘intese’ che, anche grazie alle nuove disposizioni nazionali e regionali, prevedono nuove limitazioni per tutelare la qualità dei nostri centri storici urbanistici e dei nostri centri storici commerciali. Ricordiamo a chi legge che Genova è una città policentrica che deve essere tutelata tutta!
Oggi quello che chiediamo alla classe politica che si candida a governare la città è di costruire insieme una programmazione urbanistica che incentivi insediamenti industriali e artigianali di qualità ed ecologicamente sostenibili. Chiediamo inoltre che le riqualificazioni di aree degradate non prevedano insediamenti commerciali che possano spostare i flussi dei consumatori, che rappresentano la principale risorsa per rendere vivi e vitali i nostri centri storici.
Abbiamo sentito parlare di pedonalizzazioni senza affrontare preventivamente questioni di mobilità e di accessibilità ai nostri centri. Ci dicono che non bisogna usare l’auto per questioni ambientali, ma bisogna usarla per andare a parcheggiare nei centri commerciali!!! Pare che ci sfugga qualcosa !
Altri prioritari argomenti da affrontare sono il calo demografico e l’invecchiamento della popolazione (ovviamente senza dimenticare che la Città e la Regione devono uscire dall’isolamento infrastrutturale che le attanaglia).Ultimo, ma non ultimo, il tema del commercio elettronico: un fenomeno di portata mondiale che ha effetti diretti e indiretti su tutti noi.
Come Confcommercio riteniamo che tutto il commercio elettronico debba essere sottoposto a una tassazione nello Stato in cui vengono fatti gli acquisti e che ogni consegna debba scontare una tassa di scopo relativa all’inquinamento ambientale causato per le consegne (imballaggi, mezzi, parcheggi selvaggi…). Poche regole per consentire al mercato di essere equo e dare a tutti le stesse possibilità. Quando parlate di turismo ricordate che in una città in cui vivono bene i cittadini si trovano bene anche i turisti!
Durante la recente assemblea di Confcommercio nazionale che ha acclamato la riconferma di Carlo Sangalli alla presidente, Sangalli ci ha fatto l’onore di ricordare Paolo Odone dicendo che Paolo non è il passato dell’associazione ma bensì il futuro per quello che ci ha lasciato . Questo concetto vogliamo ricordarlo a tutti coloro che pensano che alcuni fenomeni siano irreversibili: la qualità della nostra vita e dei nostri territori finirà per prevalere perché ci stiamo rendendo conto di quanto sia importante il ruolo degli esercizi di prossimità in una società come la nostra.
*Alessandro Cavo, presidente Confcommercio Genova
La contro risposta di Luigi Leone: Ha ragione su tutto. Ma… omette di ricordare che gran parte delle famiglie o si rivolge alla “desertificazione” della grande distribuzione o non tira avanti!
IL COMMENTO
Caro Leone il tuo articolo è una fotografia del commercio di dieci anni fa
Renzi, i candidati e il civismo: se la politica gioca con le parole