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di Luigi Leone

 

 

Marco Bucci non è più un civico e certo non lo è il vicesindaco Pietro Piciocchi: entrambi sono del centrodestra e si vede. Silvia Salis, invece, è la nuova civica di Genova, dunque merita di essere sostenuta, tanto più che intorno a lei gravita tutto il centrosinistra. Ridotta all’osso è la tesi di Matteo Renzi, intervistato da Primocanale. Ora, neanche mi soffermo a cercar di capire che cosa l’ex premier intenda per “civico”, mentre rilevo che è bravissimo a giocare con le parole. Però è proprio in queste circostanze che la politica dà maggiormente fastidio (e utilizzo un eufemismo).

La realtà è meno complicata

Pazienza se Renzi vuol fare torto alla sua intelligenza. Per piacere, però, non ne faccia alla nostra. Anche le pietre sanno che l’appoggio a Bucci nacque in contrapposizione a quel campo largo di cui oggi il politico fiorentino oggi fa parte. E che l’appoggio a Salis non scaturisce dal fatto che la candidata sia civica, bensì perché a livello nazionale Italia Viva osteggia apertamente Giorgia Meloni, colpevole, fra l’altro, di aver promosso una legge che impedirà a Renzi senatore di farsi pagare da Paesi stranieri come conferenziere.

Al fondo di tutto, però, ci sta una realtà molto più semplice: Renzi si pone al centro dell’agone politico ed è il centro del centrosinistra, del cui maggior partito, il Pd, nato dalla “fusione fredda” della Margherita e dei Ds, lui è stato il segretario nazionale. Quell’unione si porta dietro ancora dei problemi, tuttavia è chiaro che i suoi valori sono il riferimento di Renzi. Certo non quelli del centrodestra.

La medesima affermazione si può fare per la spezzina Raffella Paita, alla quale però va dato atto di essere stata molto meno disinvolta del suo “capo”. Prima è stata una fiera avversaria dell’ex governatore di centrodestra Giovanni Toti, poi ha sostenuto la maggioranza di Bucci – che di Toti è stato un alter ego - senza ricorrere, almeno io non ne ricordo, a giravolte spericolate.

Sic stantibus rebus, proprio non capisco: se oggi Italia Viva è contro Meloni, per motivarlo non c’è alcun bisogno di venire a Genova e arrampicarsi sugli specchi del presunto civismo del candidato sostenuto. Basterebbe dire la semplice verità: la storia di Renzi, di chi lo segue, del loro partito e di chi appoggiano appartiene a uno schieramento preciso, il centrosinistra. E le eventuali alleanze con degli avversari sono soltanto episodi tattici o di comodo.

Non c’è da vergognarsi dei partiti

Il Matteo dell’opposizione peraltro non è solo. Prendiamo proprio Bucci, alla notizia, sorprendente, della candidatura di Silvia Salis: abbiamo fatto buone cose con lei, ci sono anche diverse fotografie. Il sottinteso: “quella” dialogava con centrodestra, potrebbe essere dei nostri. C’è un piccolo dettaglio: esiste il rispetto istituzionale, che Bucci ben conosce. E cosa avrebbe dovuto fare la vicepresidente vicaria del Coni: mettere le dita negli occhi al sindaco di Genova sol perché non apparteneva allo schieramento del suo credo?

Ecco, è di queste cose che noi cittadini faremmo volentieri a meno. Di queste e di alcune prese in giro, tipo ritenere civici candidati che essendo senza passato partitico azzererebbero in tal modo il sostegno esplicito del centrodestra o del centrosinistra. Come ci fosse da vergognarsene. Però non è così, quindi è inutile giocare con le parole.

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