
"Sono contento, ma non mi monto la testa, certo è importante che il Tar abbia riconosciuto che comune di Genova ha commesso errori, e che in quei termini il declassamento della destinazione dell'area non si poteva approvare".
E' come al solito prudente Carlo Polese (nella foto), abitante portavoce degli abitanti di Albaro, dopo la decisione del Tar di bocciare l’aggiornamento Puc del comune di Genova e stoppare il progetto del centro padel dell'ex calciatore Cassano in un'area verde nel bacino del rio del Parroco, un progetto fermato perché la procedura è stata definita illegittima.
"Sentenza illegittima, perde il Comune"
"Nella sentenza di trenta pagine - come spiega Polese a Primocanale - ci sono argomenti giuridici, in punta di diritto, ma c'è anche argomento di buon senso perché il posto dove si vuole costruire è stato lasciato in abbandono da decenni e prima della cambiamento del Puc del luglio 2022 quella era un'area alluvionale, questo è solo il primo passo, ma non abbiamo vinto noi, ma sta perdendo il Comune".
Impianto iniziato e arbusti già abbattuti
Il Tribunale amministrativo della Liguria ha accolto il ricorso presentato dai residenti che lamentavano una serie illegittimità nell’iter amministrativo legato alla modifica del piano urbanistico comunale avvenuta poco prima della presentazione del progetto stesso, di fatto dicendo no al Comune di Genova e alla AC99 srl, la società dell’ex calciatore della Sampdoria Antonio Cassano, artefice del progetto di tre nuovi campi da padel la cui costruzione era in parte iniziata sopra il rio Parroco.
Sentenza di 30 pagine
Nella sentenza della seconda sezione del Tar della Liguria diretta dal presidente Luca Morbelli, è analizzato tutto l’iter burocratico amministrativo, partendo proprio dalle contestazioni dei residenti, rappresentati dagli avvocati Riccardo Maoli ed Emanuele Bertolin, che hanno impugnato la modifica del piano urbanistico comunale avvenuta, secondo i ricorrenti “erroneo e illegittimo sotto molteplici profili”.
Incrememto di carico urbanistico
Le principali contestazioni portate davanti constavano nel fatto che la modifica avrebbe comportato “un incremento del carico urbanistico complessivo”, è sarebbe stata in contrasto con il Piano territoriale di coordinamento paesistico, e che “qualificando impropriamente la modifica come aggiornamento anziché come variante, ha escluso l’assoggettamento a VAS degli effetti potenzialmente generati sul territorio dall’attuazione delle nuove previsioni”.
Il ricorso è stato accolto attestando che in pratica il comune di Genova ha utilizzato un procedura non legittima per togliere le limitazioni di costruzione per un’area verde strutturata, applicando la norma di aggiornamento quando invece avrebbe dovuto applicare la procedura, più corposa, lunga e incerta, della variante.
I giudici di fatto hanno annullano l’autorizzazione concessa alla società AC99, che dipendeva appunto dalla modifica al piano urbanistico comunale, e che era stata preceduta a sua volta dal declassamento del rio Parroco nel 2022, da parte di Regione Liguria, a “rete di drenaggio urbano”, con relativo aggiornamento dei piani di bacino.
Immediato stop ai lavori
Le lavorazioni sull’area, quindi, a oggi solamente imbastite, non potranno procedere oltre e l’assetto di tutta la zona potrebbe dunque essere messo in salvo da nuove costruzioni. Il tribunale amministrativo ha condannato il Comune di Genova a pagare le spese legali sostenute dai ricorrenti, per una cifra di 5 mila euro.
Da palazzo Tursi fanno solo sapere, attraverso l’avvocatura, che si sta valutando se impugnare la decisione presentando ricorso al Consiglio di Stato.
L'alt del geologo Bellini: "Rischio esondazioni"
Anche lo storico geologo di Genova Alfonso Bellini, l'esperto in alluvioni per conto della procura, si era schierato subito al fianco degli abitanti di Albaro spiegando a Primocanale che "declassare un rivo in fogna come è stato fatto con il rio del Parroco ad Albaro è sbagliato perché quell'area è già stata soggetta a esondazioni e in caso di piogge importanti può inondare ancora le vie circostanti".
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IL COMMENTO
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