politica

Regionali, il pericolo infiltrazioni
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Un prestanome di Carmelo Gullace nell'elenco dei sostenitori di Raffaella Paita. I due personaggi più presenti nelle cronache degli ultimi giorni - la candidata Pd tra le vicende quelle politiche, il presunto boss arrestato in quelle giudiziarie - hanno un punto di contatto che ha un nome e un cognome. Si tratta di Paolo Cassani. Indicato nell'ordinanza di custodia cautelare di Carmelo Gullace come uno dei suoi prestanome, Cassani e' presente nella lista dei sostenitori di "Lella Presidente" sul sito dell'assessore regionale e sulla rete circola una foto dei due insieme durante un appuntamento elettorale. Una storia ripresa anche dal Secolo XIX in un articolo dal titolo "Prestanome di un boss tra i pro-Paita"

Lo scorso 6 marzo l'operazione "Real Time" porta all'arresto di Carmelo "Nino" Gullace, 64 anni, residente a Toirano, ma originario della Calabria. Ritenuto dagli inquirenti appartenente alla cosca "Raso-Gullace-Albanese" di Cittanova, con lui Gullace sono state denunciate tre persone a piede libero, tra cui Fabrizio Accame, ex segretario della Margherita di Albenga, che a maggio 2014 si fece ritrarre in una fotografia accanto al ministro Maria Elena Boschi, anch'essa del Partito Democratico e renziana come Raffaella Paita.

I personaggi in questione ruotano tutti attorno alla zona di Albenga, uno dei seggi più contestati durante le Primarie del centrosinistra in Liguria dell'11 gennaio e che ha destato l'attenzione anche delle forze dell'ordine. Due settimane dopo il voto i carabinieri ingauni hanno interrogato gli over sedici dell’Albenga Calcio, che sarebbero stati accompagnati in massa al voto dal vicepresidente Roberto Schneck (come lui stesso avrebbe ammesso). La procura di Savona ha inoltre avviato un’inchiesta contro ignoti per verificare l’esistenza di reati (l’ipotesi è di aver violato l’articolo 87 del testo unico in materia di amministrative comunali), sulla base della denuncia del segretario Pd Fulvio Briano.

Ora arriva questo nuovo elemento, che potrebbe rappresentare il tassello che completa il puzzle. Un tassello dal nome Paolo Cassani. I carabinieri, la Dia, la Procura di Savona e il Gip non ci hanno dubbi: Cassani era il prestonome del boss Carmelo Gullace. Nell'ordinanza di custodia cautelare di quest'ultimo si legge chiaramente che : “[GULLACE Carmelo] essendo stato condannato per reati di criminalità organizzata e già sottoposto a misura di prevenzione, al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniale, attribuiva fittiziamente a CASSANI Paolo la disponibilità di denaro e di rapporti giuridici".

Sono poi riportati alcuni episodi emblematici. "Nell'anno 2007 [Gullace, ndr] consegnava la somma di € 40 mila a CASSANI Paolo che lo versava con bonifico o assegno a (...omissis...), mutuataria della somma, la quale sottoscriveva contratto preliminare per la cessione di immobili di sua proprietà con CASSANI Paolo, al quale veniva attribuita fittiziamente la veste di promissario acquirente, essendo il vero titolare del rapporto giuridico lo stesso GULLACE". E ancora nello stesso anno: "avendo effettuato il prestito della somma di € 80 mila euro a favore di (...omissis...), faceva sottoscrivere al predetto debitore un contratto preliminare con cui il primo si impegnava a vendere a CASSANI Paolo un immobile in Calizzano, attribuendo fittiziamente a CASSANI la veste di promissario acquirente, essendo il vero titolare del rapporto giuridico lo stesso GULLACE".

In casa Paita allora hanno subito provveduto a 'rinnovare' la lista dei sostenitori sul web. Il nome di Paolo Cassani ha figurato nella lista pro-Paita per tutta la campagna elettorale delle Primarie. Il passato è d'obbligo, visto appena scoppiato il caso-Gullacd il nome di Cassani è immediatamente scomparso dal sito. Ma alcuni screenshot presenti in rete dimostrano che Cassani tra i sostenitori di Paita c'era, eccome. La stessa Paita sul suo profilo Facebbok conferma: "L'ho tolto io". Viene da chiedersi, a questo punto, se il prestanome di un presunto boss fosse in quella lista "a sua insaputa".

LE REAZIONI -  "Dopo la notizia dei finanziamenti elargiti da Gino Mamone (indicato dalla DIA nel 2002 come uomo in odore di  mafia) all’associazione Maestrale di Claudio Burlando riscontriamo un  altro grave episodio che mette in relazione il PD ligure a persone  indagate per vicende legate ad ambienti mafiosi. Fatto del quale chiediamo conto alla candidata del PD alla Presidenza della Regione Liguria Raffaella Paita". A dirlo e' la candidata del Mvimento 5 stelle alla presidenza della regione Liguria, Alice Salvatore.