
Grazie alla crisi che sta affliggendo l’Italia, le attività criminali di stampo mafioso hanno la possibilità di fiorire, anche perchè sono le uniche in grado di dare convenienze che altri non si possono permettere. Sono dentro le società, prendono risorse e le fanno circolare generando ricchezza là dove prima non c’era. Il mondo mafioso, per creare introiti, oggi gioca soprattutto sull’astuzia, il raggiro e appunto, la convenienza.
Uno dei principali metodi di invasione delle mafie in territori non consoni, è la corruzione. Ci sono dei settori dove lo Stato concorre con le organizzazioni criminali, uno di questi è rappresentato dal gioco d’azzardo. Secondo la ricerca “Dai mercati illegali al business legale: il portafoglio della criminalità organizzata in Europa”, realizzato dal professor Ernesto Ugo Savona e da Michele Riccardi, i proventi degli affari delle mafie sono stimati attorno ai 110 miliardi all’anno, cioè l’1 % del Pil dell’intera Europa. Per quanto riguarda l’Italia la stima del business criminale è di 15,9 miliardi e per il solo gioco d’azzardo di 425 milioni di euro.
Il caso del clan dei Casalesi è emblematico. Grazie al loro potere sono riusciti a imporsi sul mercato dello smaltimento dei rifiuti con prezzi molto più bassi rispetto a quelli di imprese legali. Molti imprenditori e commercianti, in grosse difficoltà a causa della crisi, sono stati attirati nel vortice dell’illegalità dando al clan l’appalto per lo smaltimento dei rifiuti delle loro aziende. Si calcola che in 22 anni nella sola terra dei fuochi sarebbero stati versati dieci milioni di tonnellate di veleni. Si crea così un legame quasi indissolubile tra mafia e imprenditori.
IL COMMENTO
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