
Il pm Cristina Camaiori aveva chiesto l'ergastolo contestando l'aggravante dei motivi abbietti e dei futili motivi. Aveva, comunque, chiesto 30 anni nel caso in cui i giudici non avessero riconosciuto le aggravanti. L'omicidio risale al primo ottobre 2013. L'anziana che si trovava in casa, fu colpita 12 volte con le forbici. La rapina aveva fruttato un ciondolo d'oro e 50 euro.
"Ci voleva l'ergastolo. Per me la condanna a 30 anni è poco per l'efferato crimine che ha commesso". E' il commento del figlio di Giovanna Mauro, dopo la lettura della sentenza dei giudici della Corte d'assise di Genova. "Le sentenze - ha aggiunto - si accettano ma devono essere adeguate al delitto commesso. I 30 anni poi diventeranno 15 e magari poi scenderanno a 10".
L'uomo che si è costituito parte civile, è assistito dall'avvocato Ferruccio Barnaba. Il pm Cristina Camaiori che in prima battuta aveva chiesto l'ergastolo per Sechi contestando le aggravanti e 30 anni nel caso in cui i giudici non le avessero riconosciute, si è detta abbastanza soddisfatta della sentenza. "Ritengo sia un buon risultato che premia anche il lavoro fatto dalla squadra mobile".
L'avvocato Pietro Bogliolo, difensore di Sechi, ha annunciato che ricorrera' in appello. "E' un primo passo - ha commentato - che abbiano escluso le aggravanti. Comunque ritengo che non ci sia la certezza processuale che Sechi sia responsabile dell'omicidio anche perché abbiamo evidenziato alcune incongruenze che potrebbero inficiare la ricostruzione accusatoria".
IL COMMENTO
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