cronaca

Dopo l'addio di Pisapia, il sindaco di Genova usa la metafora calcistica
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"Sono come un allenatore alla fine del girone d'andata: non posso pensare al prossimo campionato. Devo pensare al girone di ritorno".

Usa una metafora calcistica il sindaco di Genova Marco Doria nel parlare a Primocanale del suo futuro e nel commentare la scelta del collega sindaco di Milano Giuliano Pisapia di annunciare che non si ricandiderà alle elezioni comunali del 2016.


Pisapia è stato la punta di una stagione definita dei 'sindaci arancioni' che ha visto coinvolto anche il primo cittadino di Genova.

"La definizione di sindaci arancioni è una semplificazione - ha raccontato Doria alla rubrica 'Il Sindaco risponde' su Primocanale -  Di Pisapia sono diventato anche amico. Con lui mi confronto, detto questo, tra Pisapia e me ci può essere una somiglianza di due persone che avendo un altro lavoro da fare, venendo da un'esperienza professionale propria, hanno deciso come persone di sinistra di impegnare una parte della propria vita al servizio della città. Io ritengo che questa scelta sia positiva. Io in questa fase ritengo di avere un dovere preciso: quando uno fa il sindaco come me ed è poco oltre al mandato ha solo una cosa da fare e cioè pensare a lavorare".

Quindi la prospettiva.

"Un po' prima della scadenza del mandato dirò cosa farò - ha sottolineato Doria - Fossi stato in Pisapia avrei aspettato qualche mese prima di annunciare la non ricandidatura. C'è il rischio di un sistema politico che viva un mondo separato e quindi pensi alle poltrone. E' una cosa assurda non si deve fare così".

Ma nella rubrica 'Il Sindaco risponde' c'è spazio per parlare anche del Blue Print di Renzo Piano e del dialogo tra porto e città.

"Il dialogo tra Comune e l'Autorità Portuale, quindi tra me Luigi Merlo, è costante - ha sottolineato Doria - Ci sentiamo e ci confrontiamo. Abbiamo tutta l'intenzione di risolvere assieme tutte le problematiche. E parlo io come Sindaco. Per il progetto di Renzo Piano abbiamo condiviso il giudizio di immaginare la Genova del domani. Il progetto è senza dubbio articolato. Passare dal disegno alla realtà concreta richiede studi e passi amministrativi complicati. Il semplice inserimento del Blue Print nel piano regolatore portuale è una pre condizione ma non basta. Bisogna trovare i fondi necessari, non possono essere se non in parte fondi pubblici. Bisogna mobilitare investitori privati che non siano mossi da azioni speculative".

Infine la puntualizzazione sullo scontro verbale tra Luigi Merlo e  Stefano Bernini, vice sindaco del Comune di Genova.

"Bernini, come assessore all'Urbanistica deve fare il suo mestiere,lui evidenzia le criticità, è giusto individuarle" ha concluso Marco Doria.