cultura

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Il 16 ottobre 1978, dopo due giorni di conclave, cinque scrutini e tre fumate nere, nel tardo pomeriggio una fumata bianca annuncia al mondo che è stato eletto il nuovo Papa, dopo il pontificato-lampo di Albino Luciani, durato solo 33 giorni. Comincia allora l'attesa per conoscere il nome dell'eletto, fino a quando alle 18.45, dalla loggia delle benedizioni di San Pietro, il protodiacono Pericle Felici scandisce un nome sconosciuto ai più: Karol (che in latino diventa Carolum) Wojtyla. Qualcuno pensa addirittura che sia un vescovo africano e quando si chiarisce che si tratta dell'arcivescovo di Cracovia, i radiocronisti si precipitano a telefonare all'ambasciata polacca per imparare la pronuncia corretta del nome del nuovo pontefice. Intanto il prescelto si è già conquistato la simpatia di molti chiedendo scusa per il suo italiano non perfetto e scivolando su quel ''se sbaglio mi corrigerete'' che passa subito di bocca in bocca ed e' rimasto nella memoria di tutti.

Anche la scelta del nome colpisce favorevolmente: Giovanni Paolo II, nel solco del pontificato di Luciani, la cui brevità aveva costernato i cattolici e gettato nello sconforto i cardinali elettori. E' questa la parte più nota dell'elezione, circa 33 anni fa, di Karol Wojtyla, aitante e affabile cardinale polacco, primo non italiano sul soglio di Pietro dopo 455 anni. Ma qualcosa si sa anche della parte segreta del conclave, da quando il 14 ottobre, era un sabato pomeriggio, il collegio cardinalizio si era chiuso nella cappella Sistina per la difficile scelta.

Lo stato d'animo generale era di sbigottimento, per ritrovarsi di nuovo a dover scegliere il Papa dopo la meteora Luciani. Inoltre, specialmente il primo giorno, si respirava un certo sconcerto tra i principi della Chiesa che, si disse, avevano trovato nelle loro cartelle la copia di una intervista alla Gazzetta del Popolo dell'arcivescovo di Genova, Giuseppe Siri, in cui questi, - che nel conclave di settembre era stato a un passo dall'essere eletto, - sparava a zero sul Vaticano II e in particolare sulla collegialita' dei vescovi. Secondo alcuni fu quell'intervista, che avrebbe dovuto essere pubblicata un giorno dopo, ma che fu invece anticipata, a precludere definitivamente all'arcivescovo di Genova l'elezione al pontificato.